A Dubai Rublev va in finale e dedica la vittoria al cantante anti Putin

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A Dubai il primo finalista è Andrej Rublev, peraltro campione in carica. Il russo vince contro Alexander Zverev, i cui genitori sono russi, per la prima volta in carriera. Anzi, per dirla tutta, non ci aveva mai vinto un set. E, alla fine, si distingue per la dedica, cioè il tradizionale messaggino che viene concesso ai tennisti sulla telecamera.

E Rublev, probabilmente a sopresa per qualcuno, scrive: “Tsoi is alive” che vuol dire Tsoi è vivo. Chi è? Viktor Tsoi è considerato il Jim Morrison sovietico, colui che scrisse e cantò la canzone che è diventata inno delle proteste in Bielorussia. Stiamo parlando di una canzone di 33 anni fa: Tsoi, star del rock russo, scrisse appunto “Peremen”, una canzone che parlava (e parla ancora) di cambiamento, diventata appunto la colonna sonora delle rivolte dei giovani di Minsk.

Non è la prima volta che Rublev si schiera contro l’invasione russa in Ucraina. Proprio l’anno scorso, a Dubai, definì “terribile” l’iniziativa di Putin. Non solo: successivamente, sul suo profilo Instagram postò una simbolica immagine di Russia e Ucraina che si abbracciavano. E, infine, a Marsiglia aveva giocato il doppio con Denys Molchanov, tennista e collega ucraino.

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