A pugni nudi contro il regime: dodici pugili afghani rifugiati a Belgrado per sfuggire ai talebani

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Hasib Malikzada si allena in piazza a Belgrado. Il 19enne pugile afghano è in Serbia da fine ottobre: dopo i Mondiali dilettanti lui e una dozzina di suoi connazionali hanno deciso di stabilirsi là e non tornare in patria. Per i talebani la boxe è “contro la dignità umana”. Poco dopo la presa del potere da parte del regime la sua palestra a Kabul ha chiuso e la vita in Afghanistan è diventata impossibile. “Viviamo in hotel e ci alleniamo dove capita”. Alcune ambasciate, tra cui quella francese, si sono mosse per concedere ai pugili lo status di rifugiati e accoglierli. Sono circa un migliaio gli sportivi fuggiti dall’Afghanistan in cerca di libertà dopo il ritorno al potere del regime.

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