A Trieste il clima colpisce ancora: dopo le meduse, la marea rossa

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Una marea arancione avvolge da qualche giorno il golfo di Trieste. Da Punta Sottile a Punta Sdobba, segnalata da cittadini preoccupati, proprio nelle acque che avevano registrato – a inizio aprile – il bloom di meduse di Rhizostoma pulmo, trascinate dalla corrente verso le coste. E anche stavolta il fenomeno ha un’origine del tutto naturale: si tratta di una concentrazione straordinaria di Noctiluca scintillans, un microorganismo (tecnicamente si tratta di un protozoo) appartenente ai dinoflagellati e largamente presente nei nostri mari. Non in questa quantità, tuttavia: di qui l’effetto visivo straordinario, che di notte è addirittura amplificato trattandosi di un organismo bioluminescente.

La marea arancione nel cuore del golfo di Trieste

“Le prime segnalazioni sono arrivate il 10 aprile – spiega Maurizio Spoto, direttore dell’area marina protetta di Miramare, che abbraccia e tutela 30 ettari all’interno del golfo di Trieste – e il fenomeno è via via cresciuto, diventando consistente in particolare nei porticcioli di Miramare e Brignano”.

La “marea rossa” provocata dal bloom di Noctiluca scintillans, l’alga ‘fluorescente’ 
Nessun dubbio sulla sua natura, grazie anche all’intervento del personale della riserva, coordinato da Saul Ciriaco, ai prelievi dell’Arpa Friuli Venezia Giulia e agli approfondimenti dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) e della guardia costiera di Trieste.

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“La duplicazione così intensa di questo protozoo – prosegue Spoto – non è un fenomeno nuovo a queste latitudini: ricordiamo fioriture così significative anche nel 2017 e, soprattutto, nel 2003”. I prelievi hanno mostrato concentrazioni significativi, fino a più di 50 mila individui per ogni litro d’acqua, nelle strisce più intensamente colorate.

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C’è da preoccuparsi? “Non sono fenomeni direttamente legati a fattori ambientali prossimi, come per esempio il riscaldamento delle acque di superfici, ma piuttosto a fenomeni di cascata, come il riposizionamento di un organismo lungo la catena trofica”, spiega Domenico D’Alelio, ricercatore presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, che alle relazioni tra organismi planctonici ha dedicato anche un focus nel volume “La microgiungla del mare: Le meraviglie del plancton, dal Mediterraneo all’Oceano globale”. E in questo caso a scatenare una reazione a catena potrebbe essere stata la proliferazione delle meduse, dettando di fatto un nuovo squilibrio, in parte inatteso, nel rapporto tra predatori e prede all’interno della rete trofica marina.

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 “Si tratta di un’ipotesi – aggiunge – ma certo è possibile leggere una relazione tra il recente bloom di meduse nel golfo di Trieste e questa fioritura: le meduse si nutrono anche di micro-crostacei, eliminando di fatto uno dei predatori della Noctiluca. Anche se i rapporti alimentari possono essere molto complessi, poiché le stesse meduse possono predare anche Noctiluca, dobbiamo considerare che quest’ultima si riproduce dieci volte più velocemente dei micro-crostacei planctonici”.

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Grandi concentrazioni di questa specie erano state segnalate, nelle scorse settimane, anche lungo coste marchigiane. “Il fenomeno, che stiamo monitorando con attenzione assolvendo a uno dei compiti essenziali di un’area marina protetta, tenderà ad affievolirsi nei prossimi giorni – prevede Spoto – ma è innegabile che bisogna interrogarsi, oggi più che mai, sugli equilibri dei nostri ecosistemi marini e in particolare sulla riduzione degli stock ittici a favore di un mare, come si dice in gergo, sempre più gelatinoso”.

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