Addio a Roberto Siena, amico gentile dal sorriso intelligente

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Ci ha lasciati la notte di Natale Roberto Siena. Un amico, un collega, una persona speciale, sempre geniale, gentile, sempre disponibile, con un carattere magnifico e una straordinaria capacità di dire battute che facevano  ridere. Aveva iniziato la sua poliedrica carriera collaborando con una piccola, alternativa e molto creativa radio romana, L’Aradio Città Uno, negli anni Ottanta, amava la musica, la praticava in maniera amatoriale ma quotidiana, e sull’onda di quella passione era approdato nella discografia, entrando nell’ufficio stampa della Polygram nel 1989, per passare alla Universal sei anni dopo, nel 1995. Nella discografia si era fatto le ossa, conoscendo artisti e manager, lavorando con giornalisti della carta stampata, radio e televisioni, costruendo una rete di rapporti e di amicizie che non sono mai andate perdute.

Anche quando ha iniziato a lavorare per il Gruppo L’Espresso, entrando nella Internet Company dell’azienda, Kataweb, nel 2000. Di Kataweb Roberto rappresentava magnificamente lo spirito, innovativo, creativo, ma allo stesso tempo leggero, allegro, brillante. Finita l’avventura di Kataweb Roberto è passato a Elemedia, dove si occupava di marketing, era un “content manager” secondo le qualifiche odierne, eccellente professionista, magnifico compagno di squadra, in grado di dar corpo alle idee, di mettere in movimento le cose, di annodare fili e collegare puntini su una mappa, che spesso vedeva prima degli altri. Era incredibilmente gentile, litigare con lui sul lavoro praticamente impossibile e anche se qualche volta (estremamente di rado) poteva accadere, il problema veniva risolto in tempi brevi perché non portava rancore e aveva sempre un sorriso in più degli altri.

Era un ‘comico naturale’, aveva una battuta pronta in ogni occasione, anche quando apparentemente non c’era bisogno, ma era in grado di far ridere chiunque, con grande ‘understatement’, minimizzando, rendendo ‘normale’ la risata, mettendo gli altri a proprio agio. Era intelligente, curioso, conosceva un sacco di cose e ogni giorno cercava di conoscerne altre, amava scrivere canzoni, demenziali nella gran parte dei casi, improvvisate al volo quando serviva, con la chitarra sempre a portata di mano. Era un ‘uomo squadra’, sapeva stare insieme agli altri e gli altri amavano stare insieme a lui. Era un nostro fraterno amico. E ci mancherà terribilmente.

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