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Afghanistan, Draghi sente Putin e Macron. “Contrastare il terrorismo e difendere i diritti delle donne”

Giornata di contatti telefonici per sciogliere i nodi della situazione in Afghanistan. G7 e G20 al primo posto. Mario Draghi ha sentito Emmanuel Macron e il presidente russo Vladimir Putin, uno dei principali attori extraeuropei dopo la ritirata dell’Occidente dal Paese mediorentale. “Nel corso del colloquio – scrive in una nota Palazzo Chigi – sono stati discussi gli indirizzi che potranno informare l’azione della Comunità internazionale nei diversi contesti diretta a ricostruire la stabilità dell’Afghanistan, a contrastare il terrorismo e i traffici illeciti e a difendere i diritti delle donne”.

In mattinata Draghi aveva sentito anche il presidente francese. Durante la chiamata “sono state discusse le diverse implicazioni della crisi afghana, comprese la gestione del fenomeno migratorio e la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali nel paese”, scrive Palazzo Chigi. I due leader europei hanno parlato degli “indirizzi che potranno informare l’azione della comunità internazionale nei diversi contesti, quali G7 e G20, a favore della stabilità dell’Afghanistan”. Si tratta di due vertici che sono stati indicati dal premier come la strada maestra per affrontare i temi legati alla situazione in Afghanistan.

Nel frattempo è in corso il G7 dei ministri degli Esteri convocato da remoto. “È fondamentale mantenere uno stretto coordinamento tra alleati per impostare una strategia condivisa nei confronti della nuova situazione a Kabul”. Lo ha detto, a quanto si apprende, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante il vertice. “L’Italia – continua – in qualità di Presidente del G20 e Paese in stretto coordinamento con il G7, ha in programma di convocare una riunione ad hoc a livello di leader per promuovere una discussione approfondita sull’Afghanistan. Questa fornirà l’opportunità di ampliare il sostegno a un approccio comune. Il format del G20 ci consentirà di coordinare la nostra posizione con altri importanti partner: Russia, Cina e Turchia”. Il titolare della Farnesina ha posto l’accento anche sul capitolo profughi: “Il nostro piano è trasferire in Italia circa 2.500 afghani che hanno collaborato negli anni con le Istituzioni italiane”. E ancora:  “La prima tra le priorità è la protezione dei civili. Manteniamo una presenza diplomatica in aeroporto per facilitare le operazioni di evacuazione, insieme a una squadra militare italiana e in stretto coordinamento con i partner internazionali a terra. Dobbiamo garantire la massima solidarietà e collaborazione per portare a termine le operazioni di evacuazione”, ha detto. “È fondamentale ribadire l’appello per un accesso umanitario pieno, sicuro e senza ostacoli delle organizzazioni internazionali al Paese. La comunità internazionale deve continuare a fornire un’assistenza salvavita fondamentale alla popolazione afghana”.



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