Afghanistan, tre ong sospendono l’attività nel paese dopo il divieto di far lavorare le donne

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La decisione dei Taliban non è rimasta senza conseguenze. Ieri il gruppo islamista al potere in Afghanistan da un anno e mezzo aveva decretato il divieto per le donne di lavorare nelle organizzazioni non governative internazionali. Oggi tre di queste ong hanno deciso di sospendere la loro attività nel paese. Sono Save the Children, il Consiglio norvegese per i rifugiati e Care International. Hanno spiegato di non essere in grado di raggiungere uomini, donne e bambini in stato di bisogno senza l’aiuto dello staff femminile.

Secondo i Taliban, le donne impiegate nelle ong straniere non indossavano il velo in modo corretto. “Abbiamo rispettato tutte le norme culturali” ha replicato Neil Turner, direttore della sezione afgana del Consiglio norvegese per i rifugiati, che dà lavoro a 468 donne nel paese. “Il nostro staff femminile è essenziale per raggiungere le donne che hanno bisogno di assistenza”.

La condanna internazionale

La decisione di bandire le donne dalle ong straniere era stata condannata tra gli altri da Onu, Unione Europea e Stati Uniti. Al sesso femminile sono imposte molte limitazioni, sia nel lavoro che nell’istruzione. “Le Nazioni Unite e i suoi partner, incluse le ong, danno assistenza a 28 milioni di afgani che dipendono dagli aiuti umanitari per la loro sopravvivenza” ha detto Antonio Guterres, direttore dell’Onu.

Il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha esortato “la comunità internazionale” a fornire una “chiara reazione” ai divieti imposti di recente dai talebani alle donne in Afghanistan. “Coloro che escludono le donne e le ragazze dal lavoro, dall’istruzione e dalla vita pubblica non solo rovinano il loro paese. Cercheremo di ottenere una reazione chiara da parte della comunità internazionale”, ha dichiarato il capo della diplomazia di fronte al bando delle donne dalle università e dal lavorare nelle organizzazioni non governative. “La persecuzione sessista può costituire un crimine contro l’umanità”.
 

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