Al Bano compie 80 anni: da Cellino San Marco al mondo, l’uomo che osò sfidare Michael Jackson

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E’ il compleanno più lungo della sua vita: Al Bano festeggia oggi i suoi primi 80 anni ma in realtà le celebrazioni sono iniziate già lo scorso febbraio, al Festival di Sanremo, per l’esattezza nel corso della seconda serata, quando si è esibito a colpi di ugola insieme agli amici e rivali di una vita Gianni Morandi e Massimo Ranieri. Ha appena registrato 4 volte 20 all’Arena di Verona, concerto spettacolo in cui racconta in musica la sua vita e la sua carriera con alcuni amici speciali come (di nuovo) Gianni Morandi, Renato Zero, Umberto Tozzi, i Ricchi e Poveri, Iva Zanicchi, Arisa, ci sono anche Romina Power e i figli. E nel frattempo è impegnato in un tour italiano.

Uno splendido ottantenne, vivace e irrefrenabile, fama mondiale conquistata partendo dal nulla, da una casa dove “sono stato cresciuto a pane e valori, ma spesso c’erano più valori che pane” e da quel Cellino San Marco che quando lui era ragazzo era un posto da cui scappare, niente a che vedere con la Puglia un po’ fighetta di oggi, punteggiata da masserie a sei stelle.

Al Bano Carrisi: “Confesso, ho vissuto ma resto un contadino col cuore ferito”

Al Bano (si chiama Albano Antonio Carrisi perché il padre, ferito in guerra, fu salvato dai soldati albanesi) è l’emblema del sogno italiano: la scoperta di una voce che gli avrebbe consentito di seguire le orme del suo idolo Domenico Modugno (peraltro nato a pochi chilometri da Cellino), la fuga a Milano dove fa il cameriere, il manovale e l’operaio in fabbrica, l’ingresso nel Clan di Celentano dove non riesce a sfondare fino a che, dopo aver firmato con un’altra casa discografica, nel 1967 incide Nel sole, la canzone che gli cambia la vita, gli apre le porte del successo e sul set del musicarello tratto da quella canzone incontra Romina Power, la figlia di Tyrone Power e Linda Christian (“la prima volta che l’ho vista era in una Rolls Royce”, racconta lui) con la quale ha dato vita a una vicenda sentimentale e professionale che fa parte della storia del costume del nostro Paese.

È stata proprio Romina a convincerlo a ritornare a casa, a riprendere il legame con quella terra da cui lui era scappato giurando che non sarebbe più tornato: oggi quella terra si chiama Tenuta Albano Carrisi ed è il suo regno, 600 ettari con un bosco, un resort, una chiesa, varie piscine, un’azienda agricola che produce olio e vino. Come per molti cantanti della sua generazione, l’avvento dei cantautori negli anni 70 è stato un momento di crisi: lui l’ha superato cantando all’estero, prima in Spagna e in Germania, poi, insieme a Toto Cutugno, i Ricchi e Poveri, ha scoperto l’allora Europa dell’Est dove, negli anni plumbei della cortina di ferro, ha rappresentato un simbolo di libertà: erano gli unici cantanti che portavano in concerto la musica dell’Occidente. Molto amato a Mosca, nel 2019 è finito nella blacklist dell’Ucraina che gli aveva contestato alcune dichiarazioni sull’appartenenza della Crimea alla Russia, una vicenda chiusa senza conseguenze. Ma dopo l’invasione russa ha chiarito che non tornerà a Mosca se non per cantare la pace.

Una storia di riscatto vissuta in perenne conflitto con la critica che non ha mai perdonato la semplicità pop-kitsch di Felicità, Ci sarà (che vince il Festival di Sanremo 1984), Libertà, Il ballo del Qua Qua segnata dalla tragedia della scomparsa della figlia Ylenia e dalla crisi seguita alla separazione da Romina. Al di là del nuovo legame con Loredana Lecciso (da cui ha avuto Yasmine e Albano jr.), ancora una volta è stata la musica a riportarlo a galla grazie a una canzone con cui nel 1996 è tornato a Sanremo e che da allora rappresenta il suo ritratto esistenziale: È la mia vita.

E’ la sua vita: una vita fatta anche di incontri artistici con personaggi come Montserrat Caballé e Paco de Lucia e in cui trova spazio anche la clamorosa vicenda della causa per plagio intentata contro Michael Jackson accusato di aver copiato Will you be there da I cigni di Balaka: il procedimento costrinse Jackson a presentarsi al tribunale di Roma il 4 febbraio 1997, tra richieste di risarcimenti miliardari e sequestro dell’album Dangerous che conteneva il brano incriminato. Tutto si concluse con un accordo tra le parti che comprendeva anche un concerto di Albano e Michael Jackson insieme per raccogliere fondi a favore dei bambini del Kosovo che non si è mai svolto per la morte del divo di Thriller. Una storia fuori dal comune partita dal niente e diventata un romanzo popolare grazie alla voce di un ragazzo che sognava di essere Domenico Modugno.

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