Un giovane rider si era ammalato, una normale influenza che però lo ha costretto a rimanere fermo per qualche giorno. In un normale posto di lavoro una volta guarito sarebbe tornato operativo. «Invece si è trovato l’account bloccato e non ha più potuto lavorare. Come se fosse stato licenziato. E questo confligge con qualunque principio che quello dei ciclofattorini sia un lavoro autonomo, come le imprese sostengono», denunciano i sindacalisti della Nidil Cgil e Filt Cgil, che ieri mattina hanno manifestato davanti al Palazzo di Giustizia di Torino a sostegno di tre rider che, assistiti dall’avvocata Silvia Ingegneri, hanno deciso di fare causa e di chiamare in giudizio la multinazionale Glovo.
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