Alberto Asor Rosa è morto: addio a uno dei più grandi esperti di letteratura italiana

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Storico della letteratura e saggista italiano, era nato a Roma nel 1933. Professore di letteratura italiana alla Sapienza di Roma dagli , deputato del PCI, ha studiato soprattutto i rapporti fra letteratura e ideologie politiche, giungendo a un’idea della critica letteraria sempre permeata di rispetto nei confronti dell’individualità dell’opera. Ha diretto la Letteratura italiana Einaudi (1982-91).

Alberto Asor Rosa, più spesso citato soltanto come Asor, è stato un protagonista del discorso culturale e politico dell’ultimo mezzo secolo.

Allievo di Natalino Sapegno, Asor si era laureato discutendo con Sapegno e Ungaretti una tesi su Vasco Pratolini, tesi che era poi diventata un libro. Con Scrittori e popolo, poi molte volte ripubblicato, analizzava il mutamento antropologico degli ultimi decenni, il passaggio dal popolo alla massa, e il rapporto della sinistra intellettuale con il proletariato. 

Per cinquantadue anni docente alla Sapienza di Roma, credeva che si dovesse studiare la letteratura italiana nel suo complesso. E alla storia della letteratura ha dedicato la sua esistenza: da quella ideata negli anni Settanta per la Nuova Italia alla Storia europea della letteratura italiana (Einaudi, 2009): in mezzo la direzione della grande opera intitolata Letteratura Italiana pubblicata in 20 volumi tra il 1982 e il 2000 e la collaborazione con la Letteratura italiana Laterza, diretta da Carlo Muscetta.

Pur essendo un italianista, subito dopo Scrittori e popolo scrisse un saggio su Thomas Mann. E a partire da L’ultimo paradosso (1985) si dedicò a saggistica, memorialistica e narrativa in maniera più libera. Ne L’alba di un mondo nuovo (2002) tornò alla sua storia familiare: era nato a Roma, nel 1933, in una famiglia di piccola borghesia, con il padre impiegato delle ferrovie, ed era cresciuto a  piazza Tuscolo. Dopo L’alba scrisse Storie di animali e altri viventi (2005) tutto dedicato a personaggi non umani e di nuovo nel 2010, con Assunta e Alessandro, una storia di famiglia, dedicata al padre e alla madre. Ci sono, ancora, due volumi di racconti. I racconti dell’errore (2013) e Amori sospesi (2017), in cui molte delle situazioni narrate hanno un fondo autobiografico.

Nel 2019 è comparso da Einaudi un saggio su Machiavelli e l’Italia intitolato Resoconto di una disfatta.

Non va dimenticata la sua collaborazione con il nostro quotidiano: su Repubblica, oltre agli interventi politici e civili (Asor ha anche combattuto diverse battaglie per l’ambiente) ha continuato sempre a scrivere di letteratura, da critico militante. Il Meridiano a lui dedicato è a cura di Luca Marcozzi, con introduzioni di Corrado Bologna e Massimo Cacciari. 

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