Alessio Lorusso, il ritorno del pugile tatuato: “Piaccio ai bambini e mi batto per il sociale. Difendo l’Europeo, ma poi voglio il Mondiale”

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“Mi è ancora rimasto un po’ di spazio sulle gambe”. Il conto dei tatuaggi di Alessio Lorusso lo avevamo fatto prima della conquista dell’Europeo dei gallo. “Siamo fermi ad allora. Dopo aver vinto il titolo non ho avuto il tempo neanche per farmene uno celebrativo. Sono pugile dalla mattina alla sera. Preparazione devastante, durissima, lontano anche dalla mia ragazza. Ho anche preso una casa vicino alla palestra”. Lorusso non si ferma. Dopo l’Europeo, altre due volte sul ring senza mettere in palio il titolo. “Non posso fare un match all’anno, non amo campare di rendita. Devo respirare il ring spesso”. Motore sempre acceso dunque, e sabato a Monza un crocevia fondamentale contro Thomas Essomba, inglese nato in Camerun. Non inganni il record con qualche sconfitta, ha fatto match dal peso specifico notevole: “E’ un duro, abituato a combattere fuori casa, ha affrontato i migliori. Sarà una battaglia ma voglio conservare la corona a tutti i costi”.

Lorusso, è famoso per essere  il pugile più tatuato del mondo. Da campione d’Europa qualcosa è cambiato?
“Sì. Viene apprezzata di più anche la mia qualità pugilistica, e spero di crescere ancora. Entro l’anno voglio combattere per il titolo mondiale, i cinquanta più forti li conosco a memoria e ora che il ‘Mostro’ è salito di categoria (il fenomenale giapponese Inoue, ndr) me la gioco con tutti”.

Non particolarmente originale. Tutti sognano il mondiale…
“E chi ha parlato di sogni. Il mondiale sarebbe un punto di arrivo, il frutto di tanto lavoro”. 

Magari gonfierebbe un po’ il conto in banca
“Magari… In Italia è difficile vivere di professionismo. Io anche grazie ai miei sponsor  in questa fase ci sto riuscendo, ma è dura”.

Lorusso batte Perez all’ultimo round e conquista l’Europeo

Prima però c’è da battere Essomba.
“Verranno molti ragazzi della curva del Monza, la Davide Pieri. Quando riesco vado a vedere con loro qualche partita. La curva è un po’ come la boxe, salva tanti ragazzi dai pericoli della strada”.

Sarà anche così, ma scene come quella dei giocatori del Milan a rapporto dai tifosi a La Spezia…
“E’ stata bruttissima, ma questo non cambia la funzione sociale che hanno le curve per i giovani”.

A proposito di sociale, lei è molto impegnato anche nella promozione della boxe paralimpica
“Con Simone Dessi (simbolo della para-boxe in Italia, ndr) abbiamo un rapporto bellissimo. Amicizia vera. Sabato non ci sarà, è impegnato da un’altra parte. Combatterà con la carrozzina in movimento, come all’estero. In Italia per adesso doveva essere bloccata. Cerco di far capire che il disabile fa gli stessi sacrifici degli altri pugili. Per ora non fa il peso, ma la para-boxe è boxe a tutti gli effetti. La federazione mi sta venendo incontro sul tema, anche se è chiaro che la questione è delicata e va affrontata con tutte le precauzioni”

Lorusso nel privato. Nel post match con Perez l’abbiamo vista trattare sua madre come fosse una sorella
“Ha 61 anni, ma la vedo come una ragazzina. Abbiamo un gran rapporto, ma questo non significa che a volte finiamo per litigare, e pure di brutto”.

Ci pensa a mettere su famiglia?
“Mi piacerebbe diventare padre. Vado forte con i bambini, quando accompagno a scuola il figlio della mia compagna riscuoto molto successo tra i suoi amichetti. E tanti bambini vengono a vedere i miei match”.

Lei è stato un ragazzo un po’ irrequieto. Ci dica i valori in cui un giovane dovrebbe credere.
“Ne indico due: determinazione e costanza. Quando credi in una cosa non basta sognarlo, se non ci metti impegno giornaliero non arrivi”.

La riunione di Monza in diretta su Dazn a partire dalla ore 20

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