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Alfredo Cospito, chi è e cosa rischia l’anarchico in sciopero della fame

Continuano ad aggravarsi le condizioni di Alfredo Cospito, l’anarchico recluso nel carcere di Bancali, a Sassari, e da quasi cento giorni in sciopero della fame per protestare contro il regime di 41 bis al quale è sottoposto. Due giorni fa è stato visitato nell’infermeria del carcere dalla dottoressa Angelica Milia, che ha certificato il suo stato di salute precario: “Tutti i valori sono in calo e c’è rischio di edema cerebrale. Siamo in una situazione in discesa, una situazione rischiosa per la sua vita”, ha spiegato la cardiologa. “Ieri mentre faceva una doccia – ha aggiunto Milia – Cospito è caduto a terra e ha sbattuto la faccia, si è rotto il naso ed è stato portato al pronto soccorso”.

L’udienza anticipata

Viste le sue precarie condizioni di salute, ieri è stato deciso di anticipare di un mese e mezzo, al 7 marzo, l’udienza in Cassazione per Cospito. Il suo avvocato difensore, Flavio Rossi Albertini, aveva depositato un’istanza, legata proprio alle condizioni di salute del detenuto, dopo che i Supremi giudici avevano inizialmente fissato l’udienza al 20 aprile, cioè tra quasi tre mesi. “Ma tra tre mesi – aveva detto la dottoressa Milia – l’anarchico sarà morto”.

Chi è Alfredo Cospito

Alfredo Cospito è detenuto da oltre 10 anni. Nel 2014 è stato condannato a 10 anni e 8 mesi per aver gambizzato nel 2012 l’ammistratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, atto rivendicato dalla sigla Nucleo Olga Fai-Fri, Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale. Cospito è accusato anche di aver piazzato due ordigni a basso potenziale vicino alla Scuola allievi carabinieri di Fossano (Cuneo), nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006. L’esplosione dei due ordigni non ha causato vittime.

Nato a Pescara nel 1967, Cospito è il primo caso di un anarchico al 41 bis, una disposizione introdotta nell’ordinamento penitenziario italiano con una legge nel 1986 come strumento di contrasto alle mafie. Dal 20 ottobre scorso è in sciopero della fame: dopo sei anni in regime di alta sicurezza, dall’aprile 2022 gli è stato applicato il 41 bis e la sua condizione carceraria è molto peggiorata. Così come stabilito da un decreto del Ministero della Giustizia, secondo il quale Cospito, comunicando con l’esterno, manterrebbe i legami con il gruppo anarchico di riferimento.

I motivi del carcere duro

La decisione è motivata sulla base degli scambi epistolari che Cospito ha intrattenuto con altri anarchici durante la sua detenzione. I magistrati torinesi hanno ritenuto che, attraverso le lettere, Cospito mantenesse i legami con l’organizzazione di riferimento. Successivamente, i pm di Torino hanno avviato un’indagine che ha portato a un procedimento nei confronti degli appartenenti alla Fai per i reati compiuti tra il 2003 e il 2006. Cospito è stato identificato come “capo e organizzatore di un’associazione con finalità di terrorismo” e condannato a 20 anni di reclusione in primo e secondo grado. Lo scorso mese di luglio, la Cassazione ha riformulato le accuse nei suoi confronti: strage contro la sicurezza dello Stato, reato che prevede l’ergastolo ostativo, cioè il “fine pena mai”.



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