Alitalia, Giorgetti contro l’Ue: “Pronto a partire senza l’intesa”

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Roma. Un finale al cardiopalmo, come da tradizione per la compagnia di bandiera che non riesce a decollare nonostante tre mesi di serrata trattativa con Bruxelles. Oltre 90 giorni passati a scambiare documenti riservati, rotte e ricavi, informazioni sensibili: da una parte il governo con Ita, società del Mef incaricata della rinascita del marchio Alitalia. Dall’altra l’Europa e la rocciosa commissaria Margrethe Vestager che molti in Italia, ormai, accusano a viso aperto di tirare la trattativa oltre ogni misura, favorendo in maniera indiretta le altre compagnie europee.

Un malumore palpabile in Ita e nei tre ministeri che sarebbero pronti a ricorsi e colpi di mano. Un cambio di passo che potrebbe portare a breve alla nascita della Nuova Alitalia anche senza l’avallo dell’Ue. Questo almeno emerge dal secco comunicato del ministero dello Sviluppo trasmesso al termine dell’incontro tra il ministro Giorgetti e i commissari: «È stata valutata la situazione di Alitalia alla luce dello stallo delle negoziazioni con la Commissione. Appare necessaria una nuova strategia di azione da concertarsi con Mef e Mims per permettere la continuità operativa della compagnia».

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Gli ostacoli che sono emersi e che appaiono senza sbocchi riguardano, ad esempio, Linate, scalo dove oggi il vettore è quasi monopolista. Buona parte degli slot, le bande orarie di decollo e atterraggio, dovranno essere ceduti ai concorrenti, tra questi Ryanair, Lufthansa, easyJet. Le assegnazioni dovranno scendere dal 70% del totale oggi nelle mani di Alitalia, al 35%. «L’Ue – spiega una fonte vicina al dossier – dice che con meno aerei la nuova compagnia non potrà avere diritto agli slot attuali. Questo è un errore grossolano oltre che incomprensibile: è come se a Lufthansa o Air France venga richiesto di lasciare gli slot perché ha oltre metà della flotta a terra per la pandemia. Cosa che, ovviamente, non succederà e che l’Europa mai imporrà alle due compagnie. Ma per Alitalia – prosegue – il trattamento riservato è del tutto differente e fa sorgere forti dubbi sulla trattativa».

Altro nodo quello dei settori che curano manutenzione e handling: le due costole oggi interne al gruppo saranno messe a gara. Ita potrà partecipare acquisendo solo una quota di minoranza. Per i primi mesi la nuova compagnia sottoscriverà dei contratti con le due aziende. Irrisolto, al momento, anche il tema delle MilleMiglia: i membership rewards saranno messi all’incanto ma – questo è uno dei paletti non condivisi dai vertici di Ita e dai ministri competenti – Alitalia 2 non potrà partecipare all’asta.

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I ritardi nella messa a punto dell’operazione e il mancato via libera potrebbero costare la stagione estiva al nuovo vettore che è pronto a bruciare le tappe e a partire dopo 40 giorni dall’ok comunitario. Ma i tempi sono strettissimi e Ita potrebbe decollare senza accordi. Altro nodo da superare quello del “prezzo giusto”: quanto vale la parte “volo” di Alitalia? Le cifre che vengono avanzate vanno dai 220 ai 270 milioni di euro. Un esborso tutto sommato abbordabile per Ita che potrà disporre alla partenza di circa 1,8 miliardi di euro dei 3 stanziati dal governo Conte lo scorso anno. Ma vanno considerati anche i voucher, i ticket non utilizzati e i biglietti premio che ammonterebbero, secondo le ultime stime, a circa 220 milioni. Questi biglietti rimasti in sospeso passeranno in capo alla Nuova Alitalia e quindi, nel computo del dare-avere, ai tre commissari della Alitalia in liquidazione potrebbero restare solo tra i 20 e i 50 milioni.

Semaforo verde, invece al passaggio diretto delle attività di “volo” dalla vecchia compagnia a Ita. Gli aerei a disposizione della newco saranno circa 47 contro i 103 attuali, almeno per i primi mesi. Per far girare una flotta “bonsai” non serviranno più di 2.800 dipendenti, circa 7.700 in meno rispetto ai 10.500 attualmente nel perimetro di Alitalia. Un taglio doloroso per le famiglie e l’indotto che impiega in totale 40 mila addetti. Ecco perché ieri si è svolta una imponente protesta dei dipendenti sotto le finestre del Mise e del Mef. Presenti centinaia di lavoratori che non hanno ancora ricevuto lo stipendio di marzo, a quanto pare sbloccato solo nelle ultime ore dal Mef. L’Anpac, sigla di piloti e assistenti di volo, si appella al ministro Franco perché «supporti la partenza di Ita in tempo per presidiare la stagione estiva». Mentre Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cub, Acc e Usb chiedono di «velocizzare i tempi per la rinascita». Ma l’Associazione nazionale piloti, visti i tempi biblici della trattativa, invita il governo Draghi ad «evitare il rischio di messa a terra della flotta e a rilanciare con forza il nuovo vettore nazionale».

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