Alla mensa dell’università Bocconi arriva il costo del coperto e aumentano i prezzi: gli studenti protestano

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In tempi di rincari, arriva il “coperto” per il pranzo anche alla mensa universitaria. Un euro e cinquanta per chi anziché optare per il menù completo (primo, secondo con contorno e frutta), sceglie il singolo piatto (ad esempio un primo o un secondo). La misura è stata adottata dall’Università Bocconi di Milano, che insieme alla Pellegrini Spa, azienda di ristorazione che gestisce la mensa, ha rivisto i prezzi del menù. Ne è nato uno scontro con gli studenti.

Il pasto completo (primo, secondo con contorno e frutta), da 7,50 euro è passato a 8 euro tondi. Ma quello che ha creato scompiglio tra gli universitari è il tema del coperto, che va a incidere sui singoli piatti. Un primo che costava allo studente solo 2.50 euro, è salito a 4 euro. Nello scontrino, infatti, è stata inserita la voce del coperto. La modifica dei prezzi è arrivata a inizio settembre, con il rientro all’università degli studenti. Un rialzo che però la Pellegrini Spa giustifica anche con il rinnovamento del servizio mensa. La struttura ha infatti subito un restyling, ma anche l’offerta merceologica del prodotto è stata rivista “puntando più sulla qualità”. Pasta fresca, cibo biologico, grill e pizza, fanno ora parte di quattro diversi menù.  “Si è reso necessario inserire il coperto per gli studenti che vogliono il singolo piatto. Alla luce anche dei rincari di energia e bollette non era sostenibile il prezzo di 2.50 euro”, fanno sapere dalla Pellegrini Spa.

Non sono, però, d’accordo gli studenti. “Non andiamo più in mensa, ci portiamo la “schiscetta” da casa per risparmiare. Oltre agli aumenti, le porzioni dei piatti sono anche state ridotte”, raccontano due studenti, Laura e Giovanni. I rappresentanti degli studenti della lista Unilab nei giorni scorsi hanno provato a contrattare sugli aumenti. “I nostri rappresentanti al Cda, all’Isu e al Cdd hanno avuto un incontro con gli amministrativi dell’Università e referenti di Pellegrini sulle modifiche attuate nella mensa del Pensionato”, hanno scritto sulla loro pagina Facebook. “Le nostre richieste – proseguono – sono state la rincontrattazione degli aumenti dei pasti, il ritorno ai quantitativi di cibo degli anni precedenti e il ritorno alla libera composizione dei menù”. Richieste che però non sono però state accolte. “Da parte di Pellegrini e dell’Università – scrivono – non c’è stata la volontà o apertura sui punti presentati”. La motivazione del  rifiuto a ricontrattare i prezzi è stata, secondo gli studenti, “di natura economica, nonostante nelle mense di altre università di Milano gli aumenti dei costi non sono andati a gravare sugli studenti”.

La risposta della Bocconi non è tardata ad arrivare. “Gli studenti idonei per il diritto allo studio continuano ad avere le stesse agevolazioni: l’aumento è stato infatti assorbito da Bocconi. Per il resto della popolazione che frequenta la mensa data in gestione a Pellegrini il costo è passato da 7.50, costo fermo dal 2018, a 8 euro comprensivi di tutto. L’aumento sui singoli prodotti è di circa il 20% a fronte di una proposta qualitativamente migliorate e che punta su prodotti bio e sostenibili”, fa sapere l’università.

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