Alluvione, Bonaccini e Lepore al governo: “Si faccia in fretta”. La sindaca di Budrio: “Basta giochini, le occhiate tra Meloni e Salvini danno parecchio fastidio”

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“Nominino chi vogliono ma facciano presto, non ci possiamo permettere la polemica. Se non teniamo assieme emergenza e ricostruzione si ferma una parte del Paese. Non giochiamo sulla pelle delle popolazioni colpite”. Il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha aperto così l’incontro sull’alluvione in piazza Maggiore a Bologna per la Repubblica delle Idee, assieme ai sindaci Matteo Lepore di Bologna, Gaetano Manfredi di Napoli e Debora Badiali di Budrio, Comune alluvionato di quasi 19mila abitanti nel bolognese. Il governatore e i sindaci sono intervistati da Conchita Sannino e Gerardo Greco.

Sul fattore tempo per la ricostruzione dopo l’alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna insistono tutti i primi cittadini sul palco. Lo fa Lepore, che sottolinea che province e Comuni stanno spendendo già soldi per i cantieri. “Forse a Roma non se ne sono accorti, ma qui la ricostruzione è già iniziata. Per questo abbiamo bisogno in fretta di un commissario – insiste – E il migliore che possiamo avere è Bonaccini, il nostro presidente di Regione, altre chiacchiere non le vogliamo sentire”. Del resto anche piccoli Comuni come Budrio hanno già iniziato i lavori, nonostante tante famiglie siano ancora alle prese con l’acqua e le case danneggiate.

“Basta giochini di Palazzo – avverte Badiali – Siamo noi che dobbiamo dare risposte ai cittadini ancora fuori casa. Le occhiate tra Meloni e Salvini all’incontro dell’altro giorno, per vedere chi mettere in questo o quel ruolo, danno parecchio fastidio”. Anche il sindaco di Napoli ricorda la frana di Casamicciola e sottolinea come nell’emergenza “il tempo è il fattore più importante, perdere tempo è il più grande delitto che si possa commettere”. Sul Pnrr Manfredi aggiunge: “In un paese che ha enorme bisogno
di investimenti abbiamo una grande occasione. Questo gioco dello scaricabarile non mi piace per niente. Si è cominciato addirittura a dire che il problema veniva dai comuni e dai sindaci, quando invece è stato documentato che i comuni sono quelli che hanno fatto più gare, affidato più lavori e aperto più cantieri. Questa è la verità”.

Poi Bonaccini torna anche sulle parole del ministro alla Protezione civile Nello Musumeci, che ha detto che la ricostruzione potrebbe durare nove anni: “Spero che sia stato frainteso”.

La protesta dei Fridays for future e dei No Passante

Durante il dibattito c’è anche una contestazione con bandiere, cartelli e striscioni del movimento Fridays for future e dei No Passante, contrari all’opera. Il pubblico ascolta, poi Bonaccini risponde loro dal palco, rivendicando “una delle leggi urbanistiche più restrittive d’Italia” e ricordando la storia dell’Emilia-Romagna. “Questa era una terra povera da cui si emigrava – ricorda – ed è diventata una delle terre più ospitali che ci siano. Non accetto il processo a chi ha governato questa terra”.

Ed è un punto su cui torna anche Lepore, che difende la Regione e rivendica alcune decisioni della Città metropolitana. “L’Emilia-Romagna è l’esempio di come siamo riusciti a tenere assieme i diritti sociali e la capacità di far crescere il territorio. Certo sono stati fatti errori – ammette – l’Emilia-Romagna è una delle regioni più antropizzate d’Europa e la Romagna è diventata la terra dell’industria del turismo. Probabilmente oggi avremmo costruito in modo diverso, ma dobbiamo essere orgogliosi di cosa è stata la nostra terra”.

Del resto ci sono già progetti innovativi, proprio a Bologna, sul cambiamento climatico, come il Centro Meteo o il supercomputer Leonardo, oltre all’arrivo dell’11esima università delle Nazioni Unite, che avrà sede proprio nel capoluogo emiliano. “Noi – rivendica Bonaccini chiudendo l’incontro – stiamo già progettando il futuro”.

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