Amazon, al via la protesta. Per i sindacati adesioni in media al 75%

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CASTEL SAN GIOVANNI (Piacenza) – E le braccia del colosso si incrociarono. Sciopero, sì. Ma anche – chiedono i lavoratori – “sciopero dei consumi”. Tradotto per i clienti: siate solidali con driver e addetti alle consegne, per un giorno tenete a freno il dito con cui comprate su telefonino e pc. Insomma: oggi niente acquisti. Amazon e il suo primo sciopero internazionale. Che, secondo i sindacati, sta raccogliendo adesioni tra il 75 e l’80 per cento. In media, “un’adesione del 75% tra i driver”, afferma il segretario generale della Filt Cgil Stefano Malorgio, sottolineando “che la risposta dei lavoratori è stata importante, con picchi fino all’adesione totale”.

In dettaglio,  a Castel San Giovanni (Piacenza), dove lavorano in prevalenza addetti al magazzino con contratto del terziario, distribuzione e servizi (1.650 lavoratori), ha aderito tra il 50% e il 70% dei lavoratori del primo turno. Mentre in Toscana  l’adesione allo sciopero, secondo gli organizzatori, è stata ancora più alta, con punte oltre l’80% su Firenze e oltre il 70% su Pisa.

“Noi vogliamo – sostiene il segretario generale della Filt Cgil – che la ricchezza accumulata in questo periodo di grande sviluppo dell’e-commerce sia in qualche modo ridistribuita tra i lavoratori da un punto di vista della qualità del lavoro e del salario e che Amazon rispetti le regole del nostro paese prima fra tutte la rappresentanza dei lavoratori”.

In attesa di capire se funzionerà l’ “alleanza” tra lavoratori (circa 40mila) e cittadini, l’appuntamento centrale della protesta è alle 11.30 davanti al magazzino Mxp5 di Castel San Giovanni, nel piacentino: è qui, tra le colline della Val Tidone e la valle Po, sulla sponda destra del fiume, a un’ora di distanza dal centro di Milano, che sorge il Centro di distribuzione italiano più importante del bestione di Jeff Bezos. Una piattaforma logistica che da quando ha aperto – ottobre 2011 – ha creato più di 600 posti di lavoro a tempo indeterminato, ed è ancora in forte espansione.

Per tre ore (11.30-14.30) i dipendenti Amazon – fissi e interinali – si raduneranno davanti ai cancelli di Strada Dogana Po. Presidio e manifestazione per chiedere condizioni di lavoro migliori. In cima alle richieste avanzate dai sindacati, l’attenzione sui giovani addetti e driver con famiglia. Ai quali- attaccano le sigle confederali – vengono fatti firmare “contratti rinnovati mese dopo mese: contratti con un numero di ore ben più basso rispetto a quanto si è lavorato, oltre a mezzi caratterizzati da misure di sicurezza precarie”.  Per replicare alle accuse, Amazon è già intervenuta (anche sul proprio sito) ribadendo che “i nostri dipendenti e i corrieri assunti dalle imprese terze che effettuano i servizi di consegna ricevono entrambi salari competitivi”. 

Nel dettaglio: si tratta – secondo l’azienda – di dipendenti assunti “inizialmente al 5° livello del Ccnl trasporti e logistica con un salario d’ingresso di 1.550 euro lordi al mese per i dipendenti a tempo pieno, tra i più alti del settore della logistica, e includono un pacchetto di benefit come sconti sul sito Amazon.it e l’assicurazione contro gli infortuni. I corrieri sono assunti da fornitori di servizi di consegne al livello G1 del Ccnl trasporti e logistica con un salario d’ingresso pari a 1.644 euro lordi al mese per i dipendenti a tempo pieno e oltre a 300 euro netti mensili come indennità giornaliera”. Amazon sottolinea anche come “lo scorso anno in due momenti diversi l’azienda ha erogato un bonus a titolo di riconoscimento e ringraziamento ai dipendenti del settore logistico e ai dipendenti dei fornitori terzi per il lavoro eccezionale svolto durante l’emergenza sanitaria”.

Lo scontro è aperto. Sul braccio di ferro tra Amazon e i suoi dipendenti decisivo potrebbe essere il terzo incomodo: i clienti. Per la prima volta a livello globale, i sindacati hanno lanciato un appello ai cittadini chiedendo, appunto, di non fare acquisti nella giornata di oggi. Nella speranza di rafforzare la protesta dei lavoratori allargandola ad uno  “sciopero dei consumi” .  “Se tutti gli italiani oggi non facessero ordini ad Amazon, ma li facessero anche solo il 23, arriverebbe un segnale fortissimo. I profitti sono legittimi, ci mancherebbe altro, ma non sulla pelle dei lavoratori”, hanno attaccato i sindacati da Piacenza  alla vigilia della manifestazione.

L’appello ai cittadini suona così:
“E’ uno sciopero internazionale, vista la partecipazione dei sindacati non solo in Italia”, segnalano Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti insieme a Nidil-Cgil, Felsa-Cisl e Uiltemp-Uil, che rappresentano 9.000 lavoratori interinali della logistica coinvolti. Spiega Floriano Zorzella (Filt Cgil): “Non chiediamo alle persone di modificare il loro stile di vita sempre più caratterizzato dal commercio online, tanto che le aziende oggi stanno a galla sono quelle che si sono sapute trasformare aprendo a questo tipo di commercio, a scapito di un’altra filiera in sofferenza”. Chiedono, però, una giornata di astinenza dagli ordini sulla piattaforma. Quale sarà l’esito del primo sciopero “combinato” dei lavoratori Amazon è difficile prevederlo. Molto dipenderà, ovviamente, dalle ricadute sugli acquisti in queste 24 ore, ammesso che i lavoratori riescano a convincere i cittadini a dare una mano rinunciando allo shopping on line. Dice ancora Zorzella: “Se Amazon e le aziende dei driver che collaborano con lei non vorranno sedersi al tavolo e discutere con noi delle condizioni di un lavoro migliore, è evidente che proclameremo altre giornate di sciopero”. 

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