Amazon, storico voto a New York: il sindacato entra nel gigante dell’e-commerce

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MILANO – Dopo ventisette anni di storia, con uno storico voto i lavoratori di Amazon negli Stati Uniti aprono le porte al sindacato: accade per mano degli impiegati di Staten Island, New York, dove 2.654 voti contro 2.131 hanno dato vita alla prima Amazon Labour Union. L’esito di un altro referendum sul sindacato nell’impianto a Bessemer, in Alabama, sarà invece deciso da un giudice per via di oltre 400 voti contesi: in vantaggio è il rifiuto del sindacato.

La battaglia per creare il primo sindacato del secondo datore di lavoro privato negli Stati Uniti è stata lanciata da Chris Smalls, un ex impiegato di Amazon licenziato in tronco a marzo del 2020 per aver organizzato una protesta contro l’assenza di misure anti-Covid nel magazzino di Staten Island. In pochi credevano che il 32enne afroamericano sarebbe riuscito nella sua lotta, iniziata con pochi dollari raccolti sul sito GoFundMe ad aprile dell’anno scorso. Ma dopo la pandemia sono sempre di più negli Stati Uniti i lavoratori che si stanno muovendo in direzione di un sindacato. Uno per tutti il caso clamoroso degli impiegati di un caffè Starbucks a Buffalo che, a dicembre, hanno dato vita alla prima confederazione in 50 anni di storia dell’azienda.

A supervisionare il voto newyorkese è stato il National Labor Relations Board, che ha anche registrato 67 voti contestati da Amazon o dall’ALU: non sono stati comunque sufficienti a influenzare il risultato. Circa il 57% degli oltre 8.300 lavoratori sulla lista degli elettori ha votato. Amazon fornisce la lista dei lavoratori idonei al Nlrb. Gli organizzatori dicono che un alto tasso di abbandono può aver ridotto quel bacino da quando le elezioni sono state programmate.

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