America’s Cup, errori, foil, barche del pubblico: come Luna Rossa ha perso “la regata più bizzarra della storia”

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Quella che in Nuova Zelanda viene già definita la regata “più bizzarra della storia” lascia una serie di interrogativi a cui è difficile rispondere. Anche per i team, che si presentano nella conferenza stampa post-regate in un clima di apparente relax, che nasconde in realtà molta tensione. Francesco Bruni e Jimmy Spithill di Luna Rossa Prada Pirelli divisi tra rimpianto e motivazioni per ripartire, Peter Burling e Blair Tuke di Emirates Team New Zealand con l’espressione sollevata di chi ha visto il diavolo in faccia e ne è uscito vivo, anzi vincitore. Ma l’inabissamento delle due “astronavi” super tecnologiche, prima New Zealand poi Luna Rossa, ridotte a barche dislocanti per fasi alterne dell’ottava regata, lascia in eredità emozioni e dubbi tecnici che chissà se saranno risolti in una notte dai due team. Nel frattempo, ecco alcuni elementi di una giornata che resterà negli annali.

I rimpianti
In un’America’s Cup in cui Luna Rossa ha spinto l’Italia dove non era mai arrivata (tre vittorie), Francesco Bruni, uno dei due timonieri, ammette che stavolta, dopo sei regate, i rimpianti ci sono eccome.
 

Le due partenze sprecate
Per la prima volta una barca è riuscita a vincere entrambe le partenze, una mossa che nelle giornate precedenti ha portato sempre alla vittoria. Questa barca è Luna Rossa, ma il vantaggio contro i fortissimi padroni di casa è stato dissipato per varie ragioni.

I problemi tecnici di Luna Rossa
Jimmy Spithill, timoniere di destra di Luna Rossa, sostiene che ci sono stati problemi tecnici sulla barca in entrambe le regate, e che bisognerà lavorarci. “Checco” Bruni promette che non si ripresenteranno più. Ma quali problemi? La minore velocità concessa a New Zealand nella prima regata “in cui la barca non andava al 100%” secondo Spithill, mentre Bruni parla di “una virata sbagliata nella parte alta della seconda regata”, e di “un regalo” ai neozelandesi.

Il fiocco sbagliato
La scelta errata, secondo l’australiano, nasce quando si prende la decisione sul fiocco (la vela anteriore) da issare su Luna Rossa. “Abbiamo sentito di avere il fiocco giusto per la nostra barca. Ma una volta che siamo partiti, avrei voluto poter schioccare le dita per averne uno nuovo”. Questo sembra il vero cruccio, per lui, non il dramma della seconda.

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Lo scafo scagionato
Già, la seconda regata in cui Luna Rossa sembrava lanciata verso la vittoria, mentre Burling & C. annaspavano senza vento nel golfo di Hauraki. Al team italiano viene chiesto se ci siano problemi con lo scafo, vista la difficoltà di rimettersi sui foil di Prada rilanciando i padroni di casa, ma Bruni taglia corto: “Non sono un designer, ma la forma dello scafo è qualcosa di cui siamo molto soddisfatti e non fa parte di alcun problema nel tornare sui foil dopo che siamo caduti”. “Checco” se la cava poi con una battuta: “Avremmo avuto bisogno di ali extra intorno ai gomiti” per rimanere sui foil con quel vento leggero.

I foil di Te Rehutai e la fortuna
I foil della barca neozelandese, si sa, sono diversi da quelli montati su Luna Rossa, più piccoli con flap grandi, e si fa strada il sospetto che possano aver agevolato la manovra di recupero, molto più rapida ed efficace di quella degli italiani. Una teoria a cui il team Prada non ha mai creduto, sopratutto in queste condizioni di vento debole. Anche a sentire Peter Burling, sono ben altri i motivi, molto meno tecnologici: “Non ho mai visto il nostro team di grinder impegnarsi così tanto” ha spiegato. “Siamo migliorati molto rispetto alla giornate precedenti, ma la verità è che siamo stati fortunati a vincere la seconda regata. Meglio essere fortunati che bravi”.

Le barche degli spettatori
Sotto accusa, per il team italiano, finisce invece lo stadio semovente formato da millecinquecento barche di tifosi che assistono (poco) alla regate e fanno (molto) festa. Durante un pre-start una di queste imbarcazioni era entrata addirittura nel campo di regata nei giorni scorsi, costringendo a un rinvio nella partenza. “Le barche degli spettatori” attacca Bruni,  “hanno provocato un calo della velocità del vento mentre passavamo la boa, che alla fine ha portato alla caduta dai foil di Luna Rossa”.

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Tensioni sul giorno di riposo
Di fronte alle previsioni di una nuova giornata di vento debole per le prossime regate, Bruni ha sottolineato con ironia la domanda di un giornalista neozelandese che chiedeva se Luna Rossa volesse accordarsi per un giorno di riposo. “Vuoi un giorno libero forse?” si è rivolto a Peter Burling, idolo locale, smentendo poi la possibile esigenza dell’equipaggio di fermarsi per rifiatare.

Le motivazioni di Mister Rimonta
“Nessuno getterà la spugna” annuncia Spithill, che nel 2013 su Oracle fu protagonista della celebre rimonta da 1-8 a 9-8 proprio contro New Zealand. “Non vedo quella di oggi come una giornata di possibilità perse. Abbiamo imparato un sacco per tornare più forti e vincere le prossime regate”.

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