Anche Zara sospende le attività in Russia: si allunga la lista dei marchi che voltano le spalle a Mosca

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MILANO – Anche Zara volta le spalle a Mosca. Inditex, la società spagnola che possiede Zara, ha annunciato la chiusura dei suoi 502 punti vendita in Russia: sbarrato anche il canale di vendite online. Una decisione che la mette in scia a quanto fatto di recente dal suo grande rivale H&M. “Nelle attuali circostanze, Inditex non può garantire la continuità delle sue operazioni e temporaneamente sospende l’attività”, ha detto la società fashio più grande al mondo. Non è una decisione da poco, se si considera che la Russia pesa per l8,5% del margine operativo della società. Per i suoi 9mila collaboratori interessati dalle chiusure, la società ha detto che predisporrà uno speciale piano di supporto, senza dettagliare oltre. Anche il secondo operatore del fashion retail spagnolo, Mango, giovedì ha detto che avrebbe chiuso i suoi 120 negozi russi, e Tendam, il terzo gruppo iberico, ha fatto altrettanto.

Sul suolo russo, Inditex gestisce i marchi Bershka, Pull&Bear, Zara, Stradivarius, Oysho, Massimo Dutti, Zara Home e Uterque. Da parte loro, i dirigenti di Tendam hanno indicato che questa sospensione delle sue operazioni in Russia “sarà effettuata garantendo la massima protezione” per i suoi 400 dipendenti nel paese.

Da Ikea a Apple, i grandi marchi dell’Occidente in fuga da Mosca

L’azienda – proprietaria dei marchi Cortefiel, Women’secret, Springfield e Pedro del Hierro, tra gli altri – ha già chiuso i suoi franchising in Ucraina la scorsa settimana. L’azienda tessile ha mostrato la sua disponibilità a “collaborare in tutto ciò che può essere necessario” con le autorità spagnole e le ONG internazionali nel contesto di questo conflitto.

Le due multinazionali spagnole seguono così le orme di altre grandi aziende che hanno tagliato i loro affari con la Russia negli ultimi giorni, sia per protestare contro l’invasione dell’Ucraina, sia per problemi di approvvigionamento o per rispettare le sanzioni imposte da altri governi contro Mosca. Nel settore tessile, oltre alla svedese Hennes and Mauritz (H&M), la decisione che è stata presa anche da marchi come Nike, Adidas, Mango e Burberry.

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Oltre alle chiusure, si segnalano iniziative di solidarietà. In Italia, ad esempio, Intesa Sanpaolo ha annunciato una donazione di dieci milioni di euro per misure di accoglienza verso la popolazione. “Da sempre Intesa Sanpaolo trova le sue radici nelle comunità, nelle persone dei territori in cui opera. Come grande gruppo bancario europeo e come unica banca italiana presente in Ucraina, intendiamo dare un segno concreto di vicinanza alle popolazioni ucraine colpite dalla grave emergenza umanitaria”, ha detto Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa Sanpaolo.

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