Andalusia. Laguna permanente sito Unesco secca per il secondo anno di fila. “Mai successo, Spagna a rischio desertificazione”

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Dall’alto è impossibile non notare la laguna di Santa Olalla: un’enorme distesa di terra bianca spaccata ha sostituito le acque che un tempo ospitavano una brulicante vita acquatica e attiravano enormi colonie di uccelli migratori nella riserva naturale, il Parco nazionale di Doñana,  nel sud della Spagna, a ridosso del Golfo di Cadice, oltre Gibilterra, tra Siviglia, Cadice, Jerez, il confine portoghese, e che culmina nel braccio atlantico di mare che bagna l’estremo sud-ovest del più grande dei Paesi iberici

Per il secondo anno consecutivo, questa laguna si è completamente prosciugata, a causa degli effetti del cambiamento climatico, ma anche e soprattutto dell’agricoltura intensiva e del turismo nella regione, mentre prima era l’unica a rimanere allagata, anche durante le estati più calde della Spagna meridionale.

Il simbolo della carenza idrica spagnola

Il parco andaluso di Doñana, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è diventato un simbolo della crescente scarsità d’acqua nel Paese, il cui territorio è oggi per il 75% soggetto a un clima che potrebbe portare alla desertificazione. “Gli ultimi anni sono stati molto secchi, il che non è insolito per un clima mediterraneo”, spiega all’agenzia di stampa France Presse Carmen Díaz Paniagua, ricercatrice presso la Stazione Biologica di Doñana.

Santa Olalla, 9 agosto

La laguna, che ai suoi massimi livelli può coprire 45 ettari, si è costantemente ridotta negli ultimi anni. Ma mai prima d’ora la stazione biologica l’aveva vista prosciugarsi completamente per due estati di fila. Il triste evento è stato ufficializzato in settimana. Dove un tempo i cavalli del parco si abbeveravano circondati da cicogne e fenicotteri, ora pascolano da soli, cercando di trovare i pochi ciuffi d’erba che sfuggono alla sabbia o alla terra spaccata.

Sfruttamento eccessivo delle risorse

La ricercatrice è particolarmente preoccupata per lo “sfruttamento eccessivo” delle acque sotterranee sotto il parco “sia per l’irrigazione dei campi circostanti che per lo sviluppo urbano legato al turismo”. Accanto al parco c’è una spiaggia che in estate attira un gran numero di persone. “Non dobbiamo pensare che sia qualcosa di naturale che accade a causa del cambiamento climatico e che non possiamo evitarlo. Si può evitare”,

Le associazioni ambientaliste denunciano costantemente le politiche agricole attuate negli ultimi anni in Spagna, che sono state criticate anche a Bruxelles.  Da parte sua, l’Unesco ha avvertito che il recente progetto di legge sull’irrigazione presentato dal governo andaluso, presieduto dal Partito Popolare, potrebbe far perdere al parco il suo posto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Organizzazione.

Santa Olalla, 1° agosto

Il monito dalle Nazioni Unite

Il disegno di legge, presentato al Parlamento regionale, mira a regolarizzare centinaia di ettari di coltivazioni illegali di frutti rossi ai margini del parco. Nel 2014, la regione, allora guidata dai socialisti, ha regolarizzato 9.000 ettari per riportare ordine nella coltivazione delle fragole, dopo anni di espansione anarchica. Ma la destra sostenne che “centinaia di agricoltori” erano stati “lasciati al freddo”.

La questione di Doñana ha persino avuto un ruolo di primo piano a livello nazionale nella campagna per le ultime elezioni, comunali e regionali a maggio e legislative a luglio, in questo Paese dove l’80% delle risorse di acqua dolce è consumato dagli agricoltori. A lungo termine, “la politica di gestione delle acque non favorisce la conservazione delle lagune di Doñana”, conclude Paniagua.

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