Anno giudiziario, il pg di Napoli: “Caso Palamara come una pandemia sulla magistratura”

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“La durata intollerabile dei processi penali determina la sostanziale impunità per tutti i reati cosiddetti minori, ad esempio le truffe ai danni di anziani e le lesioni personali”. Nel deserto della grande sala Arengario del tribunale di Napoli, aperta solo ai relatori a causa dell’emergenza coronavirus,il primo presidente della Corte d’Appello, Giuseppe De Carolis di Prossedi mette in guardia sui tempi dilatati della giustizia che nel distretto ha visto chiudersi con la prescrizione in secondo grado quasi il 40 per cento dei giudizi.

Ma è l’intervento del procuratore generale Luigi Riello a scuotere la cerimonia. L’alto magistrato avverte che “nulla sarà come prima” dopo il Covid “che ha determinato stalli e ritardi nella giustizia” ma sottolinea inoltre che “nulla sarà uguale per la giustizia dopo l’altra pandemia, che si è abbattuta sulla magistratura e sul Csm e continua a seminare macerie “, tuona riferendosi all’inchiesta di Perugia sull’ex pm Luca Palamara. Il pg parla espressamente di “questione morale in magistratura”. E dice: “Questa aula vuota mi sembra la metafora di una giustizia che rischia di diventare autoreferenziale e isolata dal Paese reale. Ciò non deve accadere mai. Noi che ci scagliamo contro i politici corrotti non possiamo nascondere fatti che sono avvenuti all’interno del nostro organo di autogoverno. La risposta migliore da parte del Csm è il rispetto delle regole che lo stesso Consiglio si dà. Ma non mi risulta che ciò sia avvenuto dopo lo scandalo. O forse è avvenuto tanto timidamente e discretamente che molti non se ne sono accorti e io tra questi. Nessuna indulgenza per Palamara, sia chiaro, se la sua colpevolezza sarà definitivamente accertata in sede disciplinare e penale – ribadisce Riello – ma non credo che Palamara sia l’unica strega da bruciare e che tolto lui la magistratrura sia di nuovo immacolata. Non è vero. Spero che Palamara parli, ma non con libri o interviste, che parli alla Procura e al Csm dicendo tutto quello che c’è da dire, perché c’è una crisi che investe il tessuto connettivo valoriale della categoria. Di questo dobbiamo tenere conto e occorre una presa di coscienza”.

Riello invita poi a prestare “massima attenzione all’assalto alla diligenza dei finanziamenti del Recovery Fund da parte della camorra”. E ricorda che “già ad ottobre 2020 la Camera di commercio ha registrato 101 fallimenti, 5741 attività commerciali chiuse, 3575 cessioni di aziende, 500 richieste di finanziamento e 26 istanze presentate in prefettura da vittime dell’usura”.

Il Covid ha inciso profondamente sulla macchina giudiziaria, aggravando situazioni che si trascinavano da anni e determinando nuovi problemi organizzativi legati, ad esempio, dice il presidente della Corte De Carolis, “all’assenza nelle aule del Palazzo di Giustizia di una rete wi-fi, per motivi di sicurezza dei dati, che ha reso di fatto impossibile la partecipazione a distanza in contemporanea di imputati detenuti in carcere e  coimputati liberi o agli arresti domiciliari, rendendo necessaria la partecipazione di questi ultimi in presenza”. Altri disagi, aggiunge il presidente De Carolis, “la massiccia improvvisa richiesta di collegamenti in videoconferenza o da remoto”. La Corte ha invitato per questo tutti i giudici a indicare con precisione l’orario del collegamento per evitare ingolfamenti. “La pandemia ha avuto un impatto notevole”, rimarca De Carolis.

“Tra i frutti avvelenati della pandemia – aggiunge il presidente – vi sono state le tensioni e le incomprensioni che si sono verificate nella prima fase tra i vertici della magistratura e dell’avvocatura dopo anni di totale armonia e che hanno coinvolto il personale amministrativo talvolta bersaglio di accuse ingenerose”. Contrasti poi rientrati nella seconda fase. “Il rispetto e la stima reciproca hanno prevalso.  Quando su una nave si abbatte una tempesta è necessario che tutti i componenti dell’equipaggio agiscano insieme”.

Non manca una stoccata sugli organici: “Salutiamo con favore il recente aumento della pianta organica dei magistrati del Distretto di 23 unità, anche se lascia perplessi la circostanza che si è ritenuto di potenziare maggiormente i Distretti di Milano e Venezia rispetto a quello di Napoli”, dice De Carolis.

Per la prima volta nella storia, l’inaugurazione si tiene in un’aula vuota e alla presenza solo dei cinque relatori: il presidente della Corte d’Appello Giuseppe De Carolis di Prossedi, che ha aperto i lavori, il procuratore generale Luigi Riello e il capodipartimento della Giustizia minorile Gemma Tuccillo, il consigliere del Csm Michele Ciambellini e il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonio Tafuri.

Anche il consigliere del Csm Ciambellini cita l’inchiesta di Perugia sull’ex pm di Roma Luca Palamara e afferma: “E’ prioritario ricostruire un rapporto di fiducia tra la magistratura italiana e il suo organo di autogoverno. Non c’è altra via che il rispetto delle regole”. Quindi Ciambellini dice di essere d’accordo sulla “grande crisi di ruolo della classe media anche nella nostra città che rischia di perdere, un po’ per sazietà un po’ per scoramento, la capacità di progettare un futuro per il paese e di soffrire per costruirlo. Ma sono convinto che le grandi prove di questi mesi determinenranno un rafforzamento delle coscienze”, conclude Ciambellini.

Gemma Tuccillo, capodipartimento della Giustizia minorile, intervenuta in rappresentanza del ministero della Giustizia, ringrazia “tutti gli operatori del sistema penitenziario per lo sforzo compiuto in questi mesi di pandemia” e ricorda la “particolare attenzione” prestata al disagio giovanile che, aggiunge, “deve sentire un impegno ancora maggiore proprio in virtù del momento che stiamo vivendo che inciderà sance sulla piena ripresa delle attività dei nostri giovani”. Poi cita il diario di Anna Frank e dice. “Dobbiamo credere un po’ tutti nel sole anche quando piove”.

Il presidente dell’Ordine degli avvocati, Antonio Tafuri,  “sollecita una riforma del processo penale che neutralizzi l’incostituzionale attuale disciplina della prescrizione e restituisca centralità alla difesa”, ed esprime “preoccupazione per l’introduzione del giudice di appello monocratico. Per la classe forense non è “più procrastinabile il ripristino del rispetto dei diritti elementari della persona all’interno delle strutture carcerarie”. Il Consiglio dell’Ordine ha chiesto che, “viste le disumane condizioni delle nostre carceri, i detenuti siano inclusi fra le categorie alle quali riconoscere priorità nel piano vaccinazioni”. Sul processo civile, le toghe chiediano “che sia effettivamente semplificato e abbreviato, senza però la semplicistica introduzione di  preclusioni, decadenze e sanzioni che suonano soltanto come misure disincentivanti per il cittadino al ricorso alla Giustizia”.

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