Franco ha 84 anni. Un giorno deve essere ricoverato e decide di affidare il suo cane Sole al canile di Mantova. Lui probabilmente è convinto di poterlo riavere presto, ma ora quel meticcio di sei anni non può più tornare a casa con lui. Il pensionato, infatti, ha firmato la “cessione di proprietà”, quel contratto spesso usato da molti come “abbandono legalizzato” inventandosi le scuse più incredibili per non tenerlo. Ma non Franco Guernieri, residente a Bagnolo san Vito. Lui è disperato. Ogni giorno si reca al canile nella speranza di incontrare Sole, cosa che ancora non è avvenuta: “Ridatemi il mio cane, ridatemi Sole”.
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Dal canile, racconta la Gazzetta di Mantova, però sono inamovibili: Franco si sarebbe separato da Sole perché non più in grado di prendersene cura. Eppure quel quattrozampe è tutta la sua vita, probabilmente l’ultima tappa felice di un percorso fatto di tanto dolore che lo ha condannato alla solitudine: sono morti i suoi quattro fratelli, è rimasto vedovo e non ha figli che lo possano confortare. “Per me Sole è come un figlio” continua a ripetere.
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E lui tiene molto al suo cane: quando gli è stato detto che doveva sottoporsi a un intervento al cuore, Sole è stato il suo unico pensiero: a chi lasciarlo durante la sua assenza? Da lì l’idea di portarlo al rifugio. Da quel punto però nascono due versioni: quella del pensionato che sostiene di aver firmato la cessione di proprietà senza rendersi ben conto di che cosa volesse dire. E quella del canile secondo il quale l’anziano avrebbe insisito per mesi dicendo di non essere in grado di prendersi cura di lui: “Umanamente siamo molto dispiaciuti della situazione che si è venuta a creare – racconta i responsabili del canile a la Gazzetta di Mantova – , ma non facciamo servizio di pensione e Franco era consapevole di ciò che stava firmando. Perché non restituirgli Sole in affido? È un cane vivace, di taglia grossa, in un paio d’occasioni l’ha fatto pure cadere, e non c’è una rete di parenti che possa offrire una garanzia rispetto al suo accudimento”.
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