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Appennino senza neve. Le 4 misure di Santanché

“Quattro misure” e “risposte entro 2-3 settimane”. Queste le promesse della ministra del Turismo, Daniela Santanché, scaturite dal tavolo sull’emergenza neve, e cioè della neve che finora è mancata del tutto, nelle montagne degli Appennini, in quelle aree, dal Gran Sasso all’Abetone, sino alla Sila e all’Etna, che dal turismo invernale traggono una fetta cospicua dei rispettivi Pil.

In questa stagione la stragrande maggioranza delle aree sciistiche dell’Italia Peninsulare non ha di fatto neppure aperto i battenti. Oggi, il tavolo che ha visto protagonisti, con la ministra, le regioni e le categproe di settore coinvolte. “Un tavolo molto proficuo – ha detto Santanchè -. Ci siamo concentrati su quattro misure”.

“Abbiamo messo a terra il fatto – spiega la ministra – che abbiamo un fondo del ministero per poter finanziare investimenti per gli impianti di risalita e sull’innevamento, e abbiamo deciso che possiamo ristornare gli investimenti che molte di queste località danneggiate hanno fatto nel 2022 e quindi poter dare subito loro questi denari che sono stati investiti in modo da dare risorse fresche e non peggiorare la loro situazione”.

Come secondo passo per alleviare danni che – secondo le stime fatte a margine del tavolo – sono dell’ordine dei 60 milioni, limitandosi al calcolo dei danni diretti, ma su un settore che complessivamente “vale circa 2 miliardi euro e impiega 65 mila persone in oltre 14mila strutture ricettive e pubblici esercizi. Si tratta di un settore che coinvolge 9 regioni e 160 comuni che garantiscono accoglienza per quasi 6 milioni di presenze invernali sugli appennini”, secondo quanto ha spiegato il presidente di Assoturismo Confesercenti, Vittorio Messina – la ministra spiega di essere al lavoro “per vedere di potere liberare i fondi Covid che alcuni Regioni hanno in pancia, ma ma che non possono essere utilizzati per altre finalità: crediamo di poterlo fare rapidamente”.

Spiegando la terza misura, Santanchè rivela di aver parlato ieri sera con la ministra del Lavoro Marina Calderone. “L’abbiamo sensibilizzata, ma già lo era, sul problema degli ammortizzatori sociali e lavoreremo da questo punto di vista, perché i lavoratori stagionali non possono avere la cassa integrazione in deroga. Vogliamo dare delle risposte anche agli stagionali, che comprendono in questo caso, ad esempio, anche i maestri di sci che sono una categoria che sta soffrendo moltissimo perché non hanno lavorato un’ora”.

La neve caduta tra ieri e oggi a Campo di Giove, Abruzzo (ansa)
Infine la quarta misura che la ministra dice essere stata un’idea del presidente della Toscana Eugenio Giani. “Lavoriamo – spiega – anche su una misura del governo Monti, su suggerimento del presidente Giani che ho accolto, relativa al fatto che il 50% della riscossione dei comuni doveva essere stornato per le zone disagiate, e invece in questo momento emergenziale sarebbe opportuno che queste risorse potessero rimanere sul territorio”. Ad esempio “per l’Abetone su 1,9 milioni di euro, 1 milione viene restituito in questo fondo nazionale – spiega Giani -. Noi chiediamo che per le località di montagna dell’Appennino dove c’è l’emergenza neve quello che viene riscosso venga rispeso in quel comune. Non costa un euro in più allo Stato ma la solidarietà, in questa situazione, è rispenderli dove vengono riscossi”. Una misura che, secondo la ministra del Turismo, “potrebbe essere temporanea, la studieremo bene” ha aggiunto Santanchè.

Per quello che possono valere, in particolare nel medio e nel lungo periodo, le previsioni meteo sembrano poter venire incontro alle esigenze degli operatori del settore neve (e anche ai suoi numerosi adepti). Dal 15 gennaio, si avrà un’inversione di tendenza, con temperature perlomeno in linea con le cosiddette medie stagionali. Il tutto associato a uno stato del tempo perturbato quanto basta a portare precipitazioni, che potranno essere bianche anche a latitudini e quote appenniche. Sulla durata di questa rinfrescata è lecito non azzardare ipotesi. Di sicuro, le prime avvisaglie di fresco si sono avvertite in buona parte d’Italia. E almeno le montagne dell’Abruzzo, si sono ammantate di bianco.



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