Atletica, Europei indoor: Tamberi argento nell’alto. “Sembrava una finale olimpica”

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Gianmarco Tamberi non riesce a confermarsi campione europeo indoor del salto in alto. A Torun il 28enne marchigiano – oro due anni fa a Glasgow – conquista la medaglia d’argento con 2,35 arrendendosi solo al bielorusso Maksim Nedasekau autore del salto vincente a 2,37, nuovo primato mondiale stagionale. Bronzo al belga Thomas Carmoy con 2,26. Per l’Italia è la seconda medaglia dopo l’oro vinto ieri da Marcell Jacobs nei 60 metri.

La gara

Nedasekau ha centrato 2,37 nell’unico tentativo a disposizione (migliore prestazione dell’anno). Una finale con la lotta a due tra Tamberi e Nedasekau e un’altalena in testa, con l’azzurro che guida fino a 2,31 e il bielorusso che si accende solo oltre quella quota, dopo aver faticato anche su quelle più basse. Poi il colpo a 2.37 e l’oro.

“Quando si salta 2,35 difficile avere rimpianti”

”È stata una finale europea che vale quanto una finale olimpica. Se alle Olimpiadi arriverò secondo non uscirò soddisfatto, come non lo sono qui, e rimane un po’ l’amaro perché avrei voluto una medaglia diversa al collo. Ma è difficile avere rimpianti quando si salta 2,35 che è una misura con cui di solito si porta a casa tutto, non oggi. Però sono quasi più contento di essermi messo alla prova in una gara così difficile, con un avversario che ha saltato così in alto, piuttosto che in una finale come quella di due anni fa quando ho vinto con 2,32”. E’ l’analisi di Gianmarco Tamberi, costantemente tra il dolce e l’amaro: ”Avevo bisogno di confrontarmi di nuovo ad altissimi livelli, perché erano anni che non lo facevo. Bene così, male che l’ho persa, ma si impara sempre. Se devo capire dove migliorare, mi sento ancora un po’ spaesato a queste misure perché è da tempo che non le vedo più, quindi ogni tanto faccio una rincorsa diversa dall’altra. Ma ho fatto buoni salti con l’asticella alta. Nelle ultime tre gare ho chiuso con 2,34 e due volte 2,35, è un bell’andare”. E sul vincitore della gara: ”Nedasekau è un grandissimo combattente, è uno che ha già fatto risultati da giovanissimo vincendo gli Europei under 20 con 2,33 che è una misura stratosferica a quell’età. Ha un salto semplice, non costruito, e mi rivedo un po’ nelle sue caratteristiche perché nell’appuntamento importante riesce a tirare fuori il coniglio dal cilindro, anche un po’ più di me. Complimenti a lui”.

Bocchi quarto nel triplo

In casa azzurra arriva anche la quarta piazza di Tobia Bocchi nel triplo, con 16,65. L’azzurro è finito ai piedi del podio ma con il bronzo abbastanza lontano: terzo a 17,01 il tedesco Max Hess. Oro al portoghese Pedro Pablo Pichardo, con 17,30, davanti all’azero Alexis Copello, 17,04. Un piazzamento importante per Bocchi, non ancora 24enne, il primo da “grande”, dopo una bella carriera a livello giovanile.

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