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Autostrade passa alla Cdp, via libera a grandissima maggioranza dai soci di Atlantia

MILANO – Con un plebiscito popolare i soci di Atlantia riuniti in assemblea hanno votato a favore della vendita dell’88% di Autostrade per l’Italia al consorzio guidato da Cdp (51%) e dai fondi Blackstone (24,5%) e Macquarie (24,5%).

L’assise ha registrato un’affluenza pari al 70,39% del capitale, confermandosi non solo la più attesa di sempre, ma anche una di quelle che ha coagulato la partecipazione di oltre 1.200 investitori di vario tipo.

L’86,86% dei presenti (e oltre il 64% del capitale sociale), ovvero oltre 1.100 soci tra quelli che hanno partecipato, ha votato a favore dell’offerta che valuta il 100% di Aspi 9,3 miliardi, senza considerare gli eventuali ristori. L’assemblea era ordinaria, ma se anche fosse stata straordinaria, e quindi avesse richiesto la presenza di un quorum maggiorato pari ai due terzi dei presenti, l’esito sarebbe stato lo stesso.

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Oltre alla Edizione holding dei Benetton (30,2%) e alla Crt (5,5%), anche la maggior parte degli investitori istituzionali ha dato il suo placet alla vendita delle Autostrade tricolori. Anche il fondo hedge Tci, che spesso aveva criticato il management, sarebbe tra coloro che hanno votato favore. Solo il 12,75% dei presenti ( e l’8,9% del capitale) avrebbe invece votato contro l’offerta di Cdp.

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La decisione definitiva sarà comunque presa dal cda il 10 giugno e l’accordo con Cdp dovrebbe essere siglato entro fine giugno. Il closing dovrebbe invece arrivare entro fine anno e comunque non oltre il 31 marzo 2022. Secondo gli analisti di Equita si attende una reazione positiva del titolo in caso di accettazione dell’offerta del consorzio Cdp. L’azione in Borsa fin dai primi scambi è volata in rialzo in attesa di voltare pagine dopo la lunga trafila e le incertezze, che proseguono da 34 mesi, ovvero da quando il 14 agosto del 2018 crollò il Ponte Morandi.

Atlantia nell’operazione si è avvalsa della consulenza di Mediobanca, Goldman Sachs, Jp morgan e Morgan Stanley; Cdp di Credit Suisse; Blackstone di Lazard e Macquarie di Rotschild.



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