Avidi e generosi: nel paradosso degli attaccanti il segreto dell’Inter

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MILANO – Senza convenevoli, prima di ricevere i nerazzurri al Dall’Ara, Sinisa Mihajlovic l’ha buttata lì: “Se potessi, toglierei all’Inter Lukaku e Lautaro”. Sembra una banalità, non lo è. I due attaccanti nerazzurri – seconda coppia gol in Europa per numero di centri, dietro solo a Lewandowski e Muller – pesano molto più delle reti che segnano. L’attacco interista è una macchina quasi perfetta. Lo dicono i numeri. Eccoli.

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Avidi e generosi al tempo stesso

Il belga e l’argentino insieme in questo campionato hanno segnato 36 reti, appena una in meno di quelle fatte in tandem in tutta la scorsa stagione di Serie A. E mancano ancora nove partite. Dallo scorso settembre, Big Rom è andato a segno 21 volte, il Toro 15. Per il 23enne di Bahia Blanca è già la miglior performance in Italia. Ma il dato che stupisce è un altro: le due punte dell’Inter da inizio stagione si sono scambiate otto assist. L’ultimo è stato quello di Lukaku per Lautaro nella vittoria in casa contro il Sassuolo. Nel complesso gli attaccanti interisti (compreso quindi Sanchez) hanno fornito 27 assist ai compagni. Nessun reparto avanzato ha fatto meglio in questa Serie A. Nella speciale classifica, seguono Atalanta e Juventus, entrambe a quota 25.

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Uno ama stare a casa, l’altro si sveglia tardi

Romelu è andato a segno in 11 delle 14 partite che l’Inter ha giocato a San Siro, a conferma del suo amore per la casa dei nerazzurri. E quando ha segnato al Meazza l’Inter ha poi sempre vinto. Unica eccezione, dolorosa per l’Inter: il derby di andata col Milan. Lautaro ha invece realizzato 11 delle sue 15 reti nei secondi tempi, dimostrando una predilezione per la seconda metà di gara. In questo, l’argentino è in linea con l’intera squadra. L’Inter guida infatti la classifica delle squadre con più gol realizzati dopo l’intervallo: 46. Seguono Atalanta e Napoli, appaiate a 38. L’ottima performance nei secondi tempi spiega anche come l’Inter sia riuscita a vincere quattro delle otto partite in cui era andata in svantaggio, perdendone appena due (contro Milan e Sampdoria) e pareggiandone altrettante. In media, quando ha cominciato una gara subendo gol per prima, l’Inter ha poi raccolto 1,75 punti.

Precisi al tiro

Nonostante Antonio Conte abbia lamentato le troppe occasioni sprecate dai suoi, i numeri dicono il contrario. L’Inter sa capitalizzare. Fra le 20 squadre di Serie A è quella con il miglior rapporto tiri/gol: 68 reti su 549 tiri. Una media del 12,4 per cento. Nei maggiori campionati europei solo il Bayern Monaco ha fatto meglio, con un rapporto di 12,8 per cento. Tutti questi dati aiutano a capire come mai l’Inter abbia finora vinto tutte le 10 gare del girone di ritorno, record nell’era dei tre punti, riuscito in precedenza solo dal Milan nella stagione 89/90. Dal giro di boa i nerazzurri hanno segnato 23 gol, subendone 4. Merito della difesa, di Handanovic (suo il record di cleen-sheet nel torneo: 11) ma anche del solito Lukaku, gran recuperatore di palloni. Contro il Sassuolo a San Siro ha strappato agli avversari 12 palloni, nessuno come lui. E proprio la partecipazione corale della squadra alla fase difensiva spiega come mai una volta andata in vantaggio, l’Inter sappia tenere il risultato: delle 25 gare in cui è andata in vantaggio, ne ha vinte 22 e pareggiate 3. 

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