Non si placa lo scontro tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Ormai sembrano andare verso la separazione dei gruppi parlamentari, soprattutto al Senato. Anche se l’assemblea dei senatori, convocata dalla renziana Raffaella Paita, è slittata a lunedì. L’incontro era stato convocato da Iv per mettere alle strette Calenda, dopo la decisione di quest’ultimo di chiudere a ogni possibilità di alleanza con i renziani in vista delle europee. “Renzi si propone di rompere i gruppi, noi ne prendiamo atto. Non so che altro dire”, ha commentato Calenda, che aveva già fatto sapere che Azione non avrebbe partecipato alla riunione si sabato. Il motivo: “I nostri parlamentari emiliani sabato saranno in Emilia Romagna”, ha spiegato. “Italia Viva ha confermato la riunione dei senatori, io ho detto che non potrò partecipare. Ho proposto di fare la riunione martedì ma mi hanno detto di no: se la faranno tra di loro e ci manderanno un comunicato”.
Risultato: l’incontro è stato rinviato da sabato a lunedì alle 21, con possibilità di collegamento da remoto. Lo ha annunciato la capogruppo al Senato di Iv Raffaella Paita: “Seguire i cambi di opinione di Carlo Calenda richiede la pazienza di Giobbe”, ha attaccato. E ancora: “La verità è che questo modo di fare è inspiegabile. Va nei talk a insultare Renzi ma non accetta che se ne parli in riunione di gruppo. Per evitare problemi, tuttavia, ho deciso di rinviare la riunione di gruppo da sabato a lunedì”, spiega Paita.
Nel frattempo continua lo scaricabarile sulla responsabilità della rottura. Renzi, intervistato da Sky tg24, ha attaccato l’ex-ministro dello Sviluppo economico, affermando che ormai “non si tratta di questione morale ma di questione umorale” e aggiungendo che Calenda ormai lo attacca “come un grillino”. “Le idee – ha continuato l’ex premier – sono molto simili. Non vedo alcun motivo per litigare. Ma non sono l’unico che può decidere”. Le tensioni tra i due si sono acuite dopo il passaggio da Azione a Itaia Viva della deputata Naike Gruppioni e di Giulia Pigoni, consigliera in Emilia Romagna e coordinatrice regionale del partito. Il sospetto dei calendiani è che Renzi stia portando avanti una campagna acquisti con l’obiettivo di svuotare il partito. Dopo l’addio delle due esponenti, infatti, è passato a Iv anche il segretario provinciale fiorentino, Franco Baccari. A pesare, in casa Azione, anche le dimissioni dei 38 componenti del direttivo provinciale di Modena, a partire dal segretario cittadino Pietro Borsari.
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