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Bankitalia alza le stime sul Pil 2021 a +6,2%, crescita più lenta nel 2022. Da Manovra e Pnrr spinta del 5%

MILANO – Per Bankitalia l’Italia terminerà l’anno con un tasso di cresicta del Pil, del 6,2%: meglio delle stime di settembre del governo (+6%) e molto più di ipotizzato dalla stessa Bankitalia a luglio (+5,1%). Sono le nuove previsioni economiche diffuse oggi da Via Nazionale, che per il prossimo anno vede una crescita leggermente pià lenta delle stime precedenti. Nel 2022 il Pil dovrebbe crescere del 4%, rispetto al 4,4% messo nero su bianco a luglio e meno del 4,7% ipotizzato dal governo nella nota di aggiornamento al Def. Quanto al 2023, migliora leggermente lo scenario con una crescita al 2,5% dal precedente 2,3%, con un  +1,7% nel 2024.

Un sostegno considerevole all’attività economica proviene dalla politica di bilancio e dagli interventi delineati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Si valuta che le misure di sostegno introdotte nel corso di quest’anno, quelle inserite nel disegno di legge di bilancio e gli interventi del Pnrr possano innalzare il livello del Pil complessivamente di circa 5 punti percentuali nell’arco del quadriennio 2021-24, di cui oltre due punti riconducibili alle misure delineate nel Pnrr. E’ quanto si legge nella Nota che presenta le proiezioni macroeconomiche per l’Italia nel quadriennio 2021-24, elaborate dagli esperti della Banca d’Italia nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema.

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Rispetto allo scenario pubblicato nel Bollettino economico di luglio – prosegue il testo – la ripresa del prodotto e’ nettamente più accentuata nel 2021, grazie al forte recupero registrato negli scorsi due trimestri, piu’ marcato delle attese soprattutto nei mesi primaverili; e’ rivista leggermente al ribasso nel 2022, a seguito del rallentamento nella parte finale di quest’anno, e al rialzo nel 2023, quando beneficerebbe degli effetti degli ulteriori provvedimenti di stimolo della politica di bilancio

Bankitalia però nelle sue stime mette in guardia sul rialzo dei prezzi, con l’inflazione che nel 2022 balzerebbe al 2,8% contro l’1,3% indicato solo sei mesi fa. Per l’anno in corso le nuove previsioni passano dall’1,5% all’1,9%, per il 2023 e 2024 è previsto un rallentamento a 1,5 e 1,7% rispettivamente.



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