Una giovane infermiera in servizio all’ospedale Di Venere di Bari è stata aggredita da una paziente che le ha lanciato il mouse del computer in faccia, l’ha presa a calci, inseguita e minacciata, fino a quando l’infermiera ha trovato rifugio in uno spogliatoio. La notizia è stata diffusa dalla Asl Bari. In una nota sottolinea che la paziente era arrivata con “una banale ferita al dito” e ha aggredito l’infermiera solo perché le ha spiegato “che i codici rossi più gravi hanno la precedenza rispetto agli altri”. L’infermiera ha riportato un trauma contusivo escoriato degli arti inferiori per una prognosi di sette giorni. Per il direttore generale dell’Asl, Antonio Sanguedolce, si tratta di una “violenza inaccettabile”.
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“Apprendiamo con sdegno – afferma – dell’aggressione subita da una nostra infermiera in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale Di Venere. È inaccettabile come sempre più spesso si verifichino atti di violenza ai danni degli operatori sanitari in prima linea”. Sanguedolce nella mattina di sabato 14 gennaio ha contattato la giovane infermiera per esprimerle “massima solidarietà” e mettere a disposizione la tutela legale dell’azienda nel caso in cui l’operatrice decida di sporgere denuncia.
In attesa di ricevere la relazione dettagliata dal pronto soccorso del Di Venere – spiega l’Asl – dalle prime testimonianze raccolte sul posto è emerso che a causare l’aggressione sia stata l’impazienza della donna arrivata al triage con una ferita al dito e per questo presa in carico come codice verde. L’utente ha inveito contro con la pretesa di essere medicata immediatamente. L’ha presa a calci lanciandole poi il mouse del computer in faccia. Non contenta, ha inseguito l’operatrice per il corridoio, continuando ad urlare, fino a costringerla a trovare riparo nello spogliatoio.
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La donna – prosegue l’Asl – ha approfittato della assenza della guardia giurata impegnata in quel momento in un altro reparto ed è stata portata di forza fuori dal triage del pronto soccorso, dove ha continuato a minacciare l’infermiera e gli altri sanitari, creando panico e caos in tutto il reparto. “Verificheremo anche – conclude Sanguedolce – se c’è stata interruzione di pubblico servizio per poi prendere i provvedimenti necessari”.
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