Beffa per i 400 lavoratori Embraco, sfuma la cassa integrazione promessa dal governo: via ai licenziamenti

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Niente accordo tra Fim, Fiom, Uilm, Uglm Torino e curatela fallimentare di Ventures al tavolo convocato dall’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte. Restano confermati, quindi, i licenziamenti dei 400 lavoratori ex Embraco, per i quali l’inizio della procedura era fissato ieri. I legali hanno ribadito di non essere nelle condizioni di inviare la richiesta di cassa integrazione per Covid, nonostante quanto sostenuto dai tecnici del ministero del Lavoro al tavolo convocato venerdì scorso dal Mise.

L’assessora piemontese al Lavoro, Elena Chiorino, ha intanto annunciato un emendamento proposto dalla giunta regionale al Decreto Sostegni che consenta di creare una cig apposita per i lavoratori Embraco. È questo il “piano B” della Regione Piemonte per tentare di uscire dall’empasse istituzionale in seguito al rifiuto del curatore fallimentare di Embraco, Maurizio Gili, di chiedere la cig per Covid, perchè a suo parere “non ve ne sono le condizioni”. Nel dettaglio, il curatore ha spiegato di “non poter accedere alla cigs per cessazione poichè la stessa non è prevista per l’anno in corso”, nè di poter accedere alla cassa Covid perchè “è stata attivata la cigs per cessazione nell’anno 2020”.

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I rappresentanti di Fiom-Fim-Uilm-Uglm e l’assessora Chiorino hanno inviato una lettera al ministro del Lavoro Andrea Orlando per chiedergli di “verificare urgentemente ogni possibile utilizzo di ammortizzatori sociali applicabili a Embraco”.

Ecco le posizioni dei sindacati: “Prendiamo atto che il curatore Gilli e la curatela smentiscono le dichiarazioni del ministero del Lavoro sulla richiesta per cassa Covid per i 400 lavoratori ex Embraco. La procedura di licenziamento collettivo si chiude con un mancato accordo, significa che a breve partiranno le lettere per i licenziamenti collettivi. Con la Regione Piemonte e l’assessore Chiorino, i sindacati hanno scritto al ministro Orlando per avere delle conferme sugli ammortizzatori sociali e sull’emendamento al decreto Genova di oggi. Serve tempo perché il progetto Italcomp possa svilupparsi” spiega Vito Benevento, segretario organizzativo Uilm Torino. 

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“La curatela del fallimento – sottolinea Ugo Bolognesi, responsabile ex Embraco per la Fiom – non intende chiedere la cassa Covid, deve intervenire il governo e confermare, formalizzandolo in un documento ufficiale quanto affermato venerdì, ovvero che ci sono le condizioni per la richiesta di cassa Covid. Ci attiveremo inoltre da subito per avere gli strumenti normativi per la proroga della cassa integrazione straordinaria per superare la scadenza del 22 luglio. C’è bisogno del tempo per verificare il piano Italcomp”.

“Il mancato accordo non deve precludere la possibilità o la volontà di trovare le soluzioni più idonee per prorogare la cassa integrazione. A questo punto al ministero del Lavoro non rimane che ripristinare la proroga di sei mesi riguardante la cassa per cessata attività. Il Mise e il ministero del Lavoro dimostrino di credere al progetto Italcomp” spiega Arcangelo Montemarano, responsabile ex Embraco per la Fim di Torino.

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“È inaccettabile che di fronte a tutte le richieste volte a trovare soluzioni per scongiurare la procedura delle lettere di licenziamenti collettivi, solo oggi si è convenuto che il curatore possa bloccare la procedura. E intanto i lavoratori vagano in uno stato di confusione” dice Ciro Marino, segretario Uglm Torino

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