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Bielorussia, in tv nuova confessione forzata del dissidente Protasevich. “Lodi” a Lukashenko

Roman Protasevich, il dissidente bielorusso arrestato lo scorso 23 maggio dopo il dirottamento a Minsk del volo Atene-Vilnius sul quale viaggiava, è riapparso in televisione e ha “sconfessato” le sue idee in una intervista-farsa. Davanti a un giornalista della televisione pubblica di Minsk, il fondatore di Nexta, uno dei canali Telegram più utilizzati dall’opposizione, ha lodato il presidente Aleksandr Lukashenko e ha ritirato il suo sostegno a Svetlana Tikhanovskaya, che aveva sfidato il dittatore alle discusse elezioni presidenziali dello scorso agosto.

“Mi sono reso conto che molte cose per le quali Aleksandr Grigoryevich (Lukashenko, ndr) è criticato sono solo tentativi di metterlo sotto pressione e che in molte occasioni si è comportato come un uomo con palle d’acciaio”, ha dichiarato Protasevich secondo la ricostruzione di Radio Free Europe. L’oppositore ha poi espresso il suo “assoluto rispetto” per l’uomo forte al potere da 27 anni e si è detto pentito di aver invitato la popolazione a protestare contro il risultato di un voto ritenuto dall’opposizione frutto di brogli.

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Dichiarazioni, secondo i sostenitori di Protasevich, estorte con la violenza e le minacce. Il dissidente era già apparso in televisione lo scorso 24 maggio, il giorno dopo l’arresto, in un filmato che la Cancelliera tedesca Angela Merkel aveva definito “disgustoso”. Aveva affermato di stare “cooperando con l’inchiesta” e di essere in procinto di “offrire una confessione sull’organizzazione delle rivolte di massa a Minsk”. Protasevich aveva poi smentito le voci secondo le quali era stato trasferito in ospedale a causa di problemi cardiaci.

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Il canale Telegram Nexta era stato bollato come organizzazione estremista lo scorso 20 ottobre dalla Corte suprema bielorussa.
Protasevich e l’altro fondatore del canale, Stepan Putilo, erano stati accusati di organizzare rivolte e istigare all’odio sociale, capi d’imputazione che possono costare fino a 15 anni di carcere. Lo scorso febbraio Minsk aveva inviato alla Polonia una richiesta di estradizione di Putilo e Protasevich dopo averli inseriti nella lista dei ricercati per terrorismo.

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