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Bimba di Roma morta sugli sci, i vertici di Vialattea patteggiano una multa. Il padre: “Uccisa un’altra volta”

“Ce l’hanno ammazzata un’altra volta. La morte ti crea un senso di impotenza e oggi proviamo la stessa angoscia. Non può chiudersi con una multa una vicenda così: questo non è un furto, è un duplice omicidio”. C’è una grande amarezza nel viaggio di rientro a Roma di Francesco Compagnucci, il papà di Camilla, la bimba di 9 anni che il 2019 era morta mentre sciava sulle piste della Vialattea, tra Sestriere e Sauze d’Oulx.

Un carabiniere in cima alla pista dove è avvenuto l’incidente di Camilla e un altro mortale l’anno prima 

Ha appena assistito in aula a una sentenza che fino all’ultimo ha sperato di non sentire pronunciare: la giudice Maria Francesca Abenavoli ha accolto le tre richieste di patteggiamento a sei mesi, tramutate in pena pecuniaria per i vertici della società gestisce le piste, per aver causato, con imprudenza e negligenza, il decesso della bambina, sia quello dell’ingegnere siciliano Giovanni Bonaventura, che aveva 35 anni ed era morto un anno prima di Camilla, in un tratto di pista più a monte.

Bambina di 9 anni muore dopo un incidente sugli sci a Sauze d’Oux

E così Giovanni Brasso e Alessandro Perron Cabus, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Sestrieres Spa, e il direttore tecnico Alessandro Moschini, hanno concordato una pena che si trasforma in 45mila euro per ogni decesso. Anche la società è stata condannata a pagare 25.800 euro per gli illeciti amministrativi alla base di entrambi gli incidenti. Con un totale di poco meno di 300mila euro, la “Via Lattea” chiude dunque il suo conto con la giustizia.

Camilla Compagnucci 

“Non volevamo che facessero il carcere, la galera non si augura a nessuno – si dispera il padre di Camilla – ma io in aula ho perso per un attimo la pazienza e alla giudice l’ho detto: ‘E’ giustizia questa? E’ una sentenza giusta?’. Nulla ci restituirà la nostra bambina, ma ci sembra davvero assurdo che con tutto quello che hanno fatto, perizie, consulenze tecniche, in cui sono chiaramente emerse le responsabilità per un duplice omicidio in una pista abusiva, alla fine tutto si conclude così: pagando”.

Sestriere, chiuse indagini per la morte di due sciatori: sotto accusa la società delle piste, indagato Brasso

“Ci sembra un messaggio sbagliato – continua il papà di Camilla – noi sino all’ultimo abbiamo confidato in una sentenza diversa, volevamo solo sentire pronunciare la parola ‘condanna’. Se avessero preso 9 mesi non cambiava nulla, perché lo sappiamo che sotto i due anni la pena è sospesa e non si va in carcere, ma almeno sarebbe stato un messaggio: i colpevoli ci sono, significava ‘dovevate controllare meglio’ “. 

“Lavoro a tu per tu con il dolore, ma la tragedia di Camilla mi ha turbato”

La procura ha invece chiesto 8 mesi di carcere per il quarto imputato, l’ex direttore tecnico Vittorio Salusso, ma solo per il decesso di Bonaventura, mentre per quello di Camilla è stata chiesta l’assoluzione. Salusso, difeso dall’avvocato Giovanni Lageard, aveva chiesto il rito abbreviato condizionato a una consulenza: sono stati acquisiti dei filmati su Facebook da cui è emerso che quando lui era in carica la pista era battuta in modo differente, la barriera frangivento era montata a nove metri e non a tre metri dalla pista, e il montante era ricoperto da un materasso. Su di lui la giudice deciderà  il 2 novembre.

Il papà di Camilla, morta sugli sci contro le barriere: “Con una multa vogliono cancellare il mio dolore”

La famiglia di Camilla si è costituita parte civile: “Ci risarciranno, lo sappiamo, ma questa non è una consolazione. Abbiamo una fondazione e con quei soldi faremo del bene. Ma nulla per noi può essere come prima. E’ finita come non doveva finire” spiega ancora il papà della bambina.



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