ROMA – Le società energetiche segnano un punto a favore nello scontro con l’Antitrust sul rinnovo delle bollette. Il Consiglio di Stato ha bocciato, in buona parte, il provvedimento con cui l’Autorità che tutela la concorrenza ha sospeso i rinnovi dei contratti per le forniture energetiche rifacendosi a un decreto del governo Draghi.
Secondo il Consiglio di Stato, a cui si era appellato il gruppo Iren (utility del nord Italia), il provvedimento Antitrust si può ritenere “fondato normativamente quando si tratta di variazioni unilaterali”, mentre non quando siamo di fronte “a fattispecie di aggiornamento prezzi per rinnovo di contratto scaduto”.
In altre parole, le utility non possono modificare le condizioni contrattuali in modo unilaterale, ma non sbagliano quando il contratto arriva a scadenza. E’ il caso di chi ha sottoscritto, per esempio, una offerta “scontata” alla fine del 2020, per la durata di due anni, e che in questi mesi è arrivata a scadenza. Secondo il Consiglio di Stato l’utility non poteva cambiare le condizioni contrattuali durante i due anni (magari per evitare di fornire energia in perdita), ma doveva obbligatoriamente aspettare la fine del periodo dell’offerta.
In buona sostanza, i giudici amministrativi hanno rimproverato all’Antitrust di aver interpretato in modo estensivo la norma contenuta in decreto del governo Draghi (Aiuti bis) con la quale era stato sospeso fino al 30 aprile del 2023 l’efficacia sia delle clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura sia delle comunicazioni di preavviso, salvo che le modifiche si siano già perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto stesso.
Ora la decisione nel merito spetterà al Tar del Lazio, prevista per il mese di febbraio, ma le indicazioni contenute nella sentenza del Consiglio di Stato avranno sicuramente il loro peso.
Ma quali saranno le conseguenze pratiche per i consumatori? Al momento, non dovrebbe cambiare nulla, perché le utility aspetteranno con tutta probablità la sentenza del Tar. Ma potrebbero anche decidere, nel caso di offerte che arrivano a scadenza, di inviare una nuova proposta di tariffa. Il consumatore, poi, può sempre decidere di cambiare fornitore.
Del resto, l’Antitrust è intervenuta in due tempi. Prima nei confronti di Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti, fornitrici di energia elettrica e gas naturale sul mercato libero. Poi ha avviato sette istruttorie (con sette provvedimenti cautelari) nei confronti di Enel, Eni, A2a, Edison, Acea, Engie, sempre per presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura di energia elettrica e gas. Tutti fornitori che ora guardano con grande interesse sta avvenendo nei tribunali amministrativi.
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