Bollette, dopo 18 mesi scendono le tariffe: meno 10% per gas ed elettricità

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Roma – Bollette energetiche: dopo 18 mesi consecutivi di aumenti, frenano i costi per imprese e famiglie. Per la prima volta negli ultimi sette trimestri, le tariffe sono in calo: a partire dal primo aprile, la spesa per la fornitura di elettricità scende del 10,2% così come quella per il gas naturale è in calo del 10,%.

Lo ha comunicato l’Arera (l’Authority che regola i settori energia, rifiuti e servizio idrico), per legge responsabile della revisione trimestrale dei prezzi di luce e gas per i consumatori domestici e le piccole imprese.

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Tecnicamente, l’Autorità interviene sui costi della materia prima, al netto dei cosiddetti oneri di sistema come gli incentivi e delle imposte che pesano sul costo finale della bolletta: ma si tratta pur sempre di un “numero” che fa da riferimento anche sul mercato libero. E in ogni caso, coinvolge direttamente oltre il 40% delle famiglie italiane che non hanno mai cambiato almeno una volta fornitore da quando il mercato dell’energia è aperto alla concorrenza.

Cosa ha portato al calo delle tariffe? Sicuramente ha contribuito il deciso calo dei prezzi del gas sul mercato europeo del gas nelle settimane successive all’invasione russa dell’Ucraina. Subito dopo il 24 febbraio, primo giorno in cui i carri armati hanno attraversato i confini, i prezzi del Ttf alla borsa di Amsterdam, indice di riferimento per le compravendite di gas a livello continentale sono arrivati fino a un massimo di 192 euro al megawattora. Un balzo legato al momento e alle tensioni geopolitiche: il prezzo ha poi iniziato a scendere fino ad attestarsi sopa i 100 euro.

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Questo ha permesso ai tecnici dell’Arera di ritenere che il mercato abbia scontato l’effetto della guerra in Ucraina. Inoltre, come si legge nella nota dell’Autorità, è stata “riattivata una componente finanziaria che permette un compensazione dei costi di commercializzazione del gas”. In pratica, si tratta di uno “sconto” che vale per tutti coloro che non consumano oltre 5mila metri cubi all’anno.

Notizia positiva, ovviamente, ma fino a un certo punto. Perché

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