ROMA — Ancora pochi giorni e le operazioni di contro-esodo potranno dirsi concluse. La stragrande maggioranza degli italiani tornerà al lavoro e se la dovrà vedere subito con l’aumento del costo della vita. La prima cattiva notizia per i bilanci familiari arriva dai costi dell’energia: gas e petrolio sono saliti nel corso delle ultime settimane e ora andranno a incidere sulle bollette e sulle spese per i trasporti.
L’estate pazza dei prezzi del gas: aumenti del 60%. Verso rincari in bolletta
La prima scadenza è in agenda lunedì, quando arriverà il nuovo aggiornamento della tariffe del gas naturale, con il prezzo relativo al mese di agosto. I costi per famiglie e piccole imprese dovrebbero salire del 5-7%, essendo il prezzo cresciuto dai 27 euro al megawattora di inizio mese ai 34 euro della chiusura di ieri. Conta, ovviamente, il prezzo medio sull’arco di tutto il mese, ma gli ultimi due giorni non possono portare grandi variazioni. Non sono buone notizie nemmeno in prospettiva: l’indice Ttf, punto di riferimento per il mercato in Europa, prevede che i prezzi del gas salgano fino ai 47 euro di novembre e i 53 di dicembre.
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Ma si tratta di “scommesse” finanziarie che dovranno poi passare l’esame di una serie di incognite geopolitiche e meteorologiche. Sono state così riassunte in un documento dell’Europarlamento: i prezzi potrebbe salire anche più della attuali previsioni se si verificasse «una potenziale carenza di gas nell’inverno del 2023 in caso di un ulteriore calo delle forniture russe, di una ripresa della domanda di gas naturale liquefatto (Gnl) in Cina e di condizioni climatiche fredde prolungate in Europa».
Non ci sono dubbi, invece, che per gli automobilisti l’estate 2023 sia stato un salasso. Dai minimi di giugno a oggi, il greggio è salito del 20%, sulla scia dei tagli alla produzione deciso dall’Opec+, lo storico cartello dei produttori da qualche anno allargato alla Russia. Rincari che si sono ribaltati su benzina e gasolio, amplificati dal peso di accise e tasse, che in Italia è ancora più pesante rispetto al resto d’Europa.
Il governo Meloni sperava di incidere sugli aumenti al distributore dopo aver introdotto l’obbligo di esporre il prezzo medio regionale: nelle intenzioni uno strumento di confronto per cercare il maggior risparmio e per invogliare gli operatori a farsi più concorrenza. I prezzi alla pompa, invece, sono rimasti sui massimi per tutto il mese di agosto: secondo le ultime rilevazioni ministeriali, la benzina in modalità self service nell’ultima settimana si è attesta a 1,948 euro al litro, il gasolio a 1,847 euro.
Costi che ora si ribaltano, in particolare, su quei lavoratori che dovranno usare la macchina quotidianamente per raggiungere il posto di lavoro: da luglio, un pieno di benzina costa – secondo i dati dell’Unione Consumatori – il 2,6% in più per chi ha un’auto a benzina e il 5,8% per chi ha una vettura a gasolio.
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