ROMA – Una buona notizia per famiglie e piccole imprese: la bolletta dell’elettricità calerà nei prossimi tre mesi. A partire da gennaio e fino al 31 marzo, le tariffe scenderanno del 19,5%. Un risultato positivo ma che compensa solo in minima parte gli aumenti del trimestre precedente, quando le tariffe della luce erano rincarate del 59%.
Ma che cosa ha portato all’inversione di tendenza? Sono almeno due i fattori che hanno influito sulle nuove tariffe, calcolate – come prevede la legge – dai tecnici dell’Arera (l’Autorità di regolazione per Reti Energia Ambiente). In primo luogo, l’andamento dei costi energertici sui mercati all’ingrosso. In particolare negli ultumi tre mesi è crollato del 60% il prezzo medio del gas naturale, il combustibile in Italia che copre per oltre il 60 per cento la domanda di energia.
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Le condizioni meteo favorevoli dell’autunno hanno contenuto i consumi di gas, sia per la produzione delle centrali elettriche sia per il riscaldamento. Questo significa che gli stoccaggi (i depositi sotterranei dove si immagazzina gas in estate da usare poi in inverno) sono pieno ancora all’80 per cento: una disponibilità di materia prima che porterà a una minore tensione sui prezzi per il prossimo trimestre.
Come indicato dalla nota ufficiale di Arera, già nel preconsuntivo del quarto trimestre del 2022 “il prezzo unico nazionale dell’elettricità è risultato in calo del 48 per cento rispetto ai livelli molto elevati del terzo trimestre, 246 euro al megawattora contro 472 euro secondo le medie trimestrali.
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In realtà, sul calo del 19,5% delle tariffe della luce incidono anche gli interventi del governo: il nuovo governo guidato da Giorgia Meloni ha confermato la linea intrapresa dall’esecutivo Draghi ed è intervenuto con la Manovra appena approvata stanziando 21 miliardi per azzerare gli oneri di sistema (incentivi a imprese e sussidi alle rinnovabili) a tutti i clienti elettrici fino a 16,5 kilowatt di potenza. Inoltre, nelle bolletta della luce dal prossimo trimestre non pesarenno più gli “oneri nucleari” (il contributo per la dismissione delle centrali e il deposito delle scorie), passati alla fiscalità generale.
Nonostante questo, l’impatto sui bilanci di famiglie e imprese rimane molto alto. In termini di effetti finali, la spesa per la famiglia-tipo, nel periodo compreso tra il primo aprile 2022 e il 31 marzo 2023, sarà di circa 1.374 Euro, con una maggiorazione del 67% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente.
Il presidente di Arera, Stefano Besseghini ha voluto ricordare come, nonostante il calo del prossimo trimestre, sia molto presto per dire che l’emergenza è finita: “I mercati sono caratterizzati ancora da una marcata volatilità, la stagionalità inciderà sulle variazioni dei prezzi del gas e i valori assoluti rimangono ancora straordinariamente alti”.
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Poi ha ricordato che anche per il 2023 sono stati confermati i bonus per le famiglie a basso reddito, con il livelle Isee che sale a 15mila euro per poterne usufruire. Besseghini si è appellato “alle associazioni dei consumatori e ai Caf” ricordando “quanto sia importante richiedere la certificazione Isee per il 2023 per consentire la più sollecita individuazione del punto di prelievo dell’energia elettrica o il punto di riconsegna del gas e la conseguente erogazione dei benefici previsti”.
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