Bonomi: “Il governo non ha più scuse per ritardare le riforme di giustizia, fisco e lavoro”

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MILANO – Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, non fa sconti al governo dal palco del Festival dell’Economia di Trento. Sulle riforme che “il Paese aspetta da 35 anni e ora non ci sono più scuse”. Sulla politica delle infrastrutture per il Mezzogiorno, da integrare al Ponte sullo Stretto. Sulla politica energetica italiana e il Piano Mattei, che “non ho ancora visto”. E sul posizionamento strategico del Paese in Europa, dove le locomotive Germania e Francia rallentano e “non possiamo dire mal comune mezzo gaudio”.

Riforme attese da 35 anni, “ora non ci sono più scuse”

Parlando in videoconferenza l’imprenditore lombardo ha detto: “E’ ovvio che tutti auspichiamo che siano fatte le riforme che il Paese aspetta da 35 anni. Ci veniva detto che le risorse mancavano, ora ci sono e quindi non ci sono più scuse”. Bonomi ha aggiunto che “non si stanno affrontando le riforme che secondo noi andavano fatte senza indugio, come quella della giustizia e quella fiscale, che dovrebbe essere organica, e una riforma del lavoro a 360 gradi, di cui non c’e’ ancora traccia. La strada è ancora lunga”.

Sul tema energia – dove il governo italiano ha lanciato un “Piano Mattei” per sostituire, in asse con la controllata Eni, il gas comprato da Mosca con metano proveniente da Algeria, Libia e altri paesi africani – Bonomi ha detto: “Il piano Mattei non lo posso commentare perché non l’ho ancora visto, ma in ogni caso gli imprenditori in Africa ci sono da tempo…Lo scorso anno abbiamo fatto il record delle esportazioni, un segno che noi nel mondo con la valigetta ci viaggiamo ogni giorno”.

Bonomi ha parlato anche del Ponte tra la Calabria e la Sicilia, progetto rispolverato dal governo Meloni. “Confindustria è sempre stata favorevole alle infrastrutture, quindi noi siamo favorevoli al ponte sullo Stretto di Messina. Però non puo’ essere un’infrastruttura sola, deve fare parte di un insieme di infrastrutture di cui Calabria e Sicilia hanno bisogno, se no le cose non si tengono insieme”. In quest’ottica, ha detto Bonomi, “benvenga il ponte, ma all’interno di un piano di infrastrutture molto corposo”. Per quanto riguarda le risorse, finanziarie, “spetta al governo trovarle”.

Il mal comune di Germania e Francia “non fa mezzo gaudio”

Il numero uno degli industriali ha anche parlato della frenata congiunturale dei Paesi in rapporti più stretti con l’Italia in Europa. “Anche gli ultimi dati dicono che la Germania è in forte rallentamento, in recessione tecnica, questo non vuol dire che non ci sarà un recupero verso la fine dell’anno ma è chiaro, evidente che il loro modello è in crisi e quindi stanno cercando una nuova dimensione. Per anni avevano appoggiato la forza della loro industria sul fatto che ricevevano energia, in questo caso gas russo, a un prezzo molto competitivo. Si erano sbilanciati fortemente sul mercato cinese. Tutto ciò sta iniziando a mancare e c’è anche il cambiamento di governo.

Tutto questo è andato in crisi e questo non ci deve però far star tranquilli perché sappiamo benissimo quanto l’industria italiana è inserita nelle catene del valore aggiunto” che arrivano in Germania. Quanto ai francesi, “anche loro – ha aggiunto Bonomi – non stanno andando molto bene, ma anche qua dobbiamo dire che non è che mal comune fa mezzo gaudio, anzi ci preoccupa perché se guardiamo i dati commerciali verso la Francia stanno migliorando tantissimo a favore degli italiani negli ultimi anni. Quindi avere due partner europei che in questo momento stanno zoppicando, non ci aiuta. Certo è che l’industria italiana dimostra di essere forte, di aver fatto i compiti a caso ma, come dico costantemente, non è uno stato di grazia che ci viene garantito. Abbiamo la necessità di interventi di politica industriale europei. Avremmo bisogno di un fondo sovrano europeo“.

“La crescita dell’economia sta rallentando”

L’ultimo aggiornamento del Centro Studi Confindustria, di sabato, ha mostrato un’Italia in assestamento, e un secondo trimestre 2023 aperto tra segnali deboli dopo il buon avvio dell’anno. La situazione, secondo il rapporto Congiuntura flash di maggio, “è solida nei servizi, meno in industria e costruzioni”, e l’indice Rtt sviluppato da Csc e TeamSystem segnala in aprile una frenata del fatturato in tutti i settori, con “i consumi che restano zavorrati dall’inflazione, gli investimenti dal costo del credito e un export che si è fermato, data la frenata mondiale”.

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