Bonus del Governo per i sex toys in pandemia, parla l’artista: “Vi racconto i miei manifesti, analogici e iper-democratici”

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BOLOGNA – Hanno tappezzato Bologna di manifesti rosa, che promettevano di sostenere l’acquisto di vibratori e sex toys con un fantomatico “bonus amore”, ultimo nato dei sostegni al reddito di questa pandemia. Con la campagna “per un San Valentino sicuro” per giorni, hanno scatenato la curiosità dei bolognesi che sui social e nelle chat si sono interrogati su chi fossero gli autori del fantasioso manifesto apparso un po’ per tutto il centro, da  via Indipendenza a via Ugo Bassi, persino di fianco all’ingresso della cattedrale di San Pietro. Accanto al vibratore rosa lo slogan: “Distanti oggi per tornare a fare l’amore domani”, con tanto di logo del ministero delle Pari opportunità e della Famiglia, che però com’è noto non sono due diversi dicasteri. E sotto allo slogan in piccolo c’è anche la spiegazione: “Dal 14 febbraio sarà possibile richiedere il bonus amore stabilito con Dpcm 169 del 27/12/2020”, che ovviamente non esiste, “per l’acquisto di vibratori e sex toys. Segui la procedura online e potrai ottenere il rimborso delle spese sostenute dal 28 dicembre 2020 al 14 febbraio 2021 fino a un massimo di 200 euro, oppure, per coloro che ancora con hanno effettuato acquisti un buono spesa digitale da generare direttamente sull’applicazione web del ministero delle Pari opportunità e della famiglia. L’iniziativa è cumulabile col cashback”.

Su Twitter in poche ore è nato l’hastagh #bonusamore e diversi sexy shop hanno anche rilanciato la trovata nei loro canali, mentre un sito di commercialisti si è premurato di spiegare in un articolo che non si tratta di un bonus realmente esigibile. Una settimana dopo l’affissione ecco svelato il mistero: sono i goliardi della Eccelsa Balla del Nettuno gli autori dello scherzo. E una firma a ben guardare nel manifesto c’è: nel logo del ministero è nascosto un piccolo tridente, simbolo della Balla.

L’ideatore della campagna si chiama Raffaele Marra ha 26 anni, è uscito dall’Accademia delle Belle Arti di Bologna e di professione fa l’artista e il designer. “Volevamo fare qualcosa di analogico – spiega – perché sinceramente del digitale ne abbiamo tutti piene le tasche. Abbiamo deciso di utilizzare lo strumento del manifesto, perché è iper-democratico: chiunque lo può vedere indipendentemente dalla connessione che ha e non è detto sia meno efficace di una diretta Facebook. Ne abbiamo stampati un centinaio e li abbiamo affissi tra il 13 e il 14 febbraio in tutta la zona T, che è un po’ il luogo simbolo della convivialità che oggi è venuta a mancare”.

Uno scherzo, certo, che però vuol essere anche una critica sociale. “Abbiamo pensato che volevamo portare le persone a riflettere con umorismo anche sulla questione dei bonus – dice Marra – perché che finora hanno dimostrato di essere contributi un po’ privi di prospettiva, figli del caos del momento, con le gambe corte. Poi c’è anche questa satanizzazione anche esagerata del piacere, che ci spinge tutti a vivere in maniera un po’ schizofrenica questo periodo. Il nostro unico scopo – conclude il giovane artista – era quello di portare le persone a fermarsi un attimo mentre camminavano per strada, spingerle ad alzare lo sguardo, usare la propria testa. Magari mettersi anche a parlare davanti ai manifesti e chiedersi: ma è vero?”.

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