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Boxe, Canelo Alvarez sempre più nella storia: abbatte Plant, è unico re dei supermedi

“Sono fiero di questa notte storica”. Canelo Alvarez di fatto nella storia ci sta già dentro, all’MGM Grand di Las Vegas ha solamente aggiunto un tassello in più. La categoria dei supermedi è relativamente giovane nella boxe, essendo stata creata nel 1987. Lui è il primo a prendersi tutte e quattro le cinture: aveva già quelle Wbc,Wba e Wbo, si prende quella che gli mancava (l’Ibf) strappandola allo statunitense Caleb Plant, messo ko all’undecimo round. Da quando, nel 1988, i titoli mondiali della boxe vengono spalmati in quattro sigle – troppe, non ci stancheremo mai di dirlo -, il messicano diventa il sesto pugile ad essere campione del modo unico, come nel pugilato di una volta. Gli fanno compagnia l’attuale re dei massimi Oleksandr Usyk (ci era riuscito nei massimi leggeri) e gli americani Bernard Hopkins (medi), Jermain Taylor (medi), Terence Crawford (superleggeri, con Canelo indicato il migliore pound for pound), e Josh Taylor (superleggero anche lui).

“E’ così che doveva finire. Era già ferito e volevo ucciderlo”. E’ la metafora un po’ forte utilizzata da Canelo dopo il match. Il messicano aveva auspicato in effetti una soluzione prima del limite, anche in considerazione di una tensione tra i due che era sembrata reale. Già in pesentazione del match erano venuti a contatto ed erano volate parole grosse. Plant, storia straordinaria nella sua drammaticità (ex senzatetto, ha dovuto combattere con prove molto ardue che gli ha presentato la vita), ha giocato le sue chance al massimo. Più alto di Alvarez, ha cercato di far valere il suo maggiore allungo con una boxe intelligente e veloce. Solo che il suo massimo non è stato all’altezza di quello che MikeTyson, presente a bordo ring, ha giudicato come il miglior pugile della sua generazione.

Lo stesso Alvarez ha reso comunque onore alla prova di Plant: “Il match si è sviluppato esattamente come pensavo. I primi cinque round sono stati molto difficili, anche più di quanto immaginassi. Ero un po’ teso, ma all’angolo mi hanno detto di restare tranquillo ed è andato tutto bene”. Un ansia che comunque sul ring non si è vista. Alvarez è andato a caccia del suo avversario in maniera graduale, partendo lentamente ma aumentando gradualmente l’intensità di round in round. Plant, che aveva sempre vinto i 21 incontri precedenti, ha provato il sapore amaro della sconfittoa nell’undicesimo. Nel decimo, il lavoro ai fianchi del messicano si era fatto sentire, in quello decisivo poi un gancio sinistro seguito dal montante destro hanno messo al tappeto Plant. Coraggioso, è riuscito a rialzarsi, ma a quel punto Canelo con una serie veloci e potente di colpi ha portato a termina la sua missione. 



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