Boxe, Mouhiidine sconfitto in finale mondiale: ma il verdetto discutibile penalizza l’azzurro

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Muslim Gadzhimagomedov rischia di diventare per Abbes Mouhiidine quello che fu Aleksander Povetkin per Roberto Cammarelle. Il russo è campione del mondo dilettanti nella categoria 92 kg: succede al cubano La Cruz, che aveva vinto due anni fa a Belgrado e bissa il successo ottenuto nel 2019, stavolta arricchito dal premio di 200.000 dollari messo in palio dall’Iba per il vincitore. Il pugile irpino, che può consolarsi con i 100.000 che spettano al secondo, sbatte sullo stesso avversario in un altro momento di svolta della carriera: a causa del russo non si era qualificato per Tokyo e aveva dovuto ritardare la conquista del titolo europeo. Si ritroveranno, forse l’anno prossimo a Parigi (ma la questione russa è tutta da dirimere), forse da professionisti. Gadzhimagomedov, che mantiene i piedi in due staffe, ci è già passato e si è sbarazzato per ko del suo avversario. Mouhiidine probabilmente ci passerà dopo l’Olimpiade.

Un verdetto che non convince

L’incontro lascia l’amaro in bocca per un verdetto che a nostro avviso è profondamente ingiusto. Gadzhimagomedov ha fatto qualcosina di più nel terzo round (la sfumature), ha pressato, ma in maniera confusa inquadrando raramemte l’azzurro. Mouhiidine aveva però vinto – e anche largamente – i primi due round: più mobile sul tronco, preciso e anche potente nel mettere parecchi colpi al volto. In pratica non c’era stata molta storia. Il fatto che Gadzhimagomedov avesse più tifo dal pubblico di Tashkent, in Uzbekistan, con allegata maggiore sottolineatura dei colpi, potrebbe avere influenzato la giuria, ma questa non è certo una giustificazione per gli arbitri. Rispetto agli scandali di Rio, la boxe olimpica ha fatto passi in avanti, però ancora c’è la tendenza a subire il blasone del pugile. Era stato così a Belgrado. quando Mouhiidine perse con La Cruz, è stato così a Tashkent. La speranza è che a Parigi la ruota giri verso Abbes.

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