Boxe, Usyk batte Dubois e resta re dei massimi. Zelensky: “E’ la prova della forza dell’Ucraina”

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“Usyk è la prova della forza del nostro popolo”. Le parole del presidente ucraino Zelensky hanno echeggiato in uno stadio di Wroclaw bagnato dalla pioggia prima del campionato del mondo dei pesi massimi. Erano di incitamento per il re della categoria più prestigiosa della boxe, quella dei pesi massimi. Usyk, detentore delle cinture Wba, Ibf e Wbo (gli manca solo quella della Wbc in possesso di Tyson Fury), non ha fallito. Non ha sentito il peso di un titolo che dopo l’invasione russa va molto oltre il pugilato.

Daniel Dubois da Greenwich è durato nove round prima di arrendersi. Si era presentato in Polonia da sfidante, forte di una potenza devastante (18 ko su 19 vittorie), di una stazza leggermente superiore, di dieci anni di meno. Ma anche di alcune debolezze: dal punto di vista tecnico, strategico e della personalità. Dynamite – questo il suo alias – sapeva bene di avere una sola chance: vincere prima del limite. Doveva scaricare la sua potenza nei primi round, c’è riuscito in realtà solo al quinto. Il suo destro tremendo però ha centrato Usyk sotto la cintura, tanto che il campione ha avuto bisogno di un paio minuti, intelligentemente concessi dall’arbitro, per riprendersi.

E’ stato l’unico brivido per l’ucraino, che per il resto ha disposto a piacimento di Dubois. La chiave del match è stato il jab destro, portato con insistenza e precisione. Il britannico non lo ha letto mai, ancor meno all’epilogo della nona ripresa, quando è andato giù proprio su un colpo che, solo in teoria, doveva essere di sbarramento. Nel round precedente un altro atterramento, frutto di una precisa combinazione del campione, era già suonato come una sentenza anticipata.

L’altra chiave è stata la rilassatezza mostrata da Usyk non solo sul ring, ma anche in fase di approccio al match, Non ha quasi mai parlato dell’avversario, divagando sul calcio (è un buon calciatore, tesserato con una squadra della B ucraina) ma soprattutto riavvolgendo il nastro sulla sua esperienza al fronte. “Ho vissuto tre mesi con i soldati, ricevo molti messaggi dai miei tifosi, ma li ricevo anche dai miei amici che sono in prima linea. Quando parlo al telefono con loro, i missili esplodono e mi sento dire ‘Fratello, ti richiamo se sono ancora vivo’”. E poi ancora, dopo il match: “Mi sento molto bene. Ho combattuto per la mia terra, per la mia famiglia, per i miei figli. Il futuro dei pesi massimi? Voglio la riunificazione dei titoli con Fury. Io sono pronto per lui, ma non so quanto lui sia pronto per me…”

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