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Bremer, col Napoli partita disastrosa. Dallo sgambetto di mercato all’Inter alla notte buia del Maradona

TORINO — Una notte da incubo per Bremer e per la Juventus. Il naufragio bianconero al Maradona, pur coinvolgendo ogni singola zona del campo, è partito dalla difesa, le cui chiavi erano state affidate al centrale brasiliano. Allegri l’ha piazzato al centro della linea a tre, recuperandolo dopo un affaticamento muscolare che l’aveva tenuto fuori con l’Udinese: nei cinque gol subiti, gli errori di Bremer sono stati tanti e tutti decisivi. Una prova disastrosa con tre svarioni su altrettante reti del Napoli, proseguita con incertezze distribuite in ogni zona del campo: solo qualche mese fa il brasiliano era stato uno dei migliori centrali di tutta la Serie A, mentre oggi è la copia sbiadita del difensore che aveva fatto scattare un’asta tra Inter e Juventus per accaparrarselo. Sembra passata un’eternità, ma in realtà sono soltanto sei mesi.

Bremer, gli errori sui gol del Napoli

La serata da incubo di Bremer è iniziata subito, aiutata anche dalle scelte di Allegri. Piazzare Chiesa a tutta fascia non ha modificato l’atteggiamento di Kvaratskhelia, ma ha anzi aperto la strada alle scorribande del georgiano e di Osimhen, facendo saltare tutto il castello difensivo bianconero che non ha saputo sopperire alle carenze dell’esterno e alle incursioni dei tre attaccanti azzurri. Sul primo gol la reattività di Bremer, così come dei compagni di reparto, è stata pari a zero, lasciando spazio prima alla girata volante di Kvara in mezzo a tre difensori quindi alla ribattuta in rete di Osimhen, con il brasiliano a osservare il nigeriano. È stato il manifesto di una prestazione, il primo scricchiolio che si è trasformato in frana sul secondo gol, nato proprio da un suo intervento goffo in copertura ancora su Osimhen: rimpallo senza controllo, palla recuperata e assist per Kvaratskhelia che ha raddoppiato. Per chiudere con l’errore da cui è nato il quarto gol ancora di Osimhen, con Mario Rui che ha recuperato quello che doveva essere un rilancio di Bremer: “Quando fai quegli errori lì in queste partite è difficile non prendere gol – il commento di Allegri a fine partita -. Sono serate che capitano, è capitata contro la prima della classe”. Non fa nomi il tecnico, ma basta aver visto la partita per capire che il destinatario, nella maggior parte dei casi, è stato proprio Bremer.

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Bremer, dall’asta estiva al crollo col Napoli

In questa stagione il brasiliano ha avuto alti e bassi, offrendo prove sottotono all’inizio della stagione ma riuscendo anche a trovare un po’ di continuità con il passare delle giornate. Eppure la prova di Napoli, che si somma a quelle in Champions League, il vero banco di prova per chi vuole giocare nella Juventus insieme ai big match per lo scudetto, ha dato un responso decisamente negativo: serve un salto di qualità per poter essere considerato una colonna della difesa. Oltre che per giustificare l’investimento estivo da quasi 50 milioni. Durante il mercato, infatti, Bremer era stato a un passo dall’Inter, con cui l’accordo reggeva da gennaio: l’inserimento della Juventus travolse ogni stretta di mano, ogni intesa raggiunta. Per superare l’offerta da 30 milioni fatta da Marotta, la Juventus rilanciò con 41 milioni di parte fissa, 4 di bonus facilmente raggiungibili, 4 aggiuntivi legati a risultati più articolati da ottenere. Un potenziale di 49 milioni, una spesa certa di 45 che pesano inevitabilmente sul bilancio della stagione di Bremer: anche se Gatti si è dimostrato meno affidabile, gli 11 milioni spesi sono decisamente più sostenibili rispetto a quelli investiti per mettere le mani sul miglior difensore della passata stagione e probabile sostituto di De Ligt.

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Juventus, dopo Napoli serve una reazione

Impossibile addossare tutte le colpe su Bremer: quando si è reduci da otto partite senza subire gol la difesa è fondamentale ma non l’unico aspetto da considerare. Esattamente come quando una squadra subisce cinque reti nella partita più importante del periodo. Tuttavia al brasiliano è richiesto un salto di qualità: a inizio stagione, collocato sul centrosinistra, aveva faticato molto ad adattarsi nella nuova zona di campo. Costringendo Allegri, o forse convincendolo, a spostarlo sul centrodestra per metterlo a suo agio in fase di costruzione, migliorando la resa con il passaggio alla difesa a tre. Alla Continassa si chiedono dove sia finito il centrale che, alla corte di Juric, cancellò dal campo quasi tutti i grandi attaccanti affrontati, da Vlahovic a Osimhen, attirando l’attenzione delle big di Serie A e non solo. Un anno dopo, con la disfatta del Maradona, Bremer sembra un lontano parente del muro visto in granata: ritrovarlo è necessario in vista delle sfide di Europa League e di Coppa Italia.

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