Brescia, preside chiede al bidello di pulire l’auto, protestano gli allievi. Ma la dirigente nega: “E’ stato lui a offrirsi. E alcune colleghe hanno fomentato gli studenti”

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La preside chiede al bidello di lavarle i vetri dell’auto e gli studenti, in segno di solidarietà, occupano il cortile per una assemblea di un’ora e mezza. E’ accaduto questa mattina al liceo classico Arnaldo di Brescia. In solidarietà al bidello, i ragazzi hanno poi dato vita ad un corteo per i corridoi mostrando sul petto post-it con la scritta “io sono Gerardo”, il nome dell’operatore scolastico da anni in servizio presso l’istituto.

La richiesta sarebbe stata fatta qualche giorno fa, ma la notizia si è diffusa tra le prime ore di lezione e l’intervallo solo oggi che l’operatore scolastico non è al lavoro per permessi già concordati. “La richiesta della preside è stata una umiliazione per il nostro bidello – dice uno studente – Protestiamo e ci opponiamo tutti a questa richiesta assurda”.

Tecla Fogliata, preside da 4 anni, da appena due settimane al classico Arnaldo di Brescia, interpellata sull’accaduto, sostiene che il fatto non è avvenuto come raccontato. Sarebbe stato Gerardo, secondo quanto sostenuto dalla dirigente scolastica, a offrirsi di pulire il parabrezza dell’auto, dopo che lei gli aveva chiesto una spugna.

La preside Tecla Fogliata: “Studenti strumentalizzati da docenti che non mi hanno accettata”

La preside racconta a Repubblica la sua versione. “Questa vicenda ha due aspetti – spiega Tecla Fogliata – il primo riguarda ciò che è accaduto, il secondo il contesto nel quale è maturata la protesta. Cominciamo dal primo. Avevo parcheggiato l’auto nel parco interno del liceo sotto una pianta che ha trasudato resina imbrattando il tergicristallo della mia auto. Quando sono salita per accompagnare una collega in un altro istituto, ho attaccato il tergicristallo per pulire il vetro, ma essendo senza acqua le spazzole hanno invischiato tutto il parabrezza rendendomi impossibile la guida”. “Passava in quel momento Gerardo – continua la preside – e gli ho chiesto aiuto. ‘Sai come posso fare, hai una spugnetta?’. ‘Non si preoccupi, ci penso io’, mi ha risposto. Ecco, il fatto è questo. Poi c’è stata la strumentalizzazione”.

La preside: “Ci sono docenti che mi insultano e offendono davanti ai ragazzi in aula”

“Nessuno degli studenti ha assistito alla vicenda perché erano in aula. A fomentarli sono stati alcune professoresse che da quando sono arrivata non mi hanno accettata, non collaborano. La mamma di uno studente mi ha addirittura riferito che quando parlano di me in aula lo fanno rivolgendomi un epiteto volgarissimo. Io non ho nulla da nascondere, se vogliono fare l’assemblea possono farla ma rispettando le procedure che prevedono la richiesta di una autorizzazione che non c’è stata. Quando si sono riuniti gli studenti c’era con loro anche una insegnante che io ho invitato espressamente a fare ciò per cui è pagata e cioè lezione. Ma lei mi ha risposto con un ‘io faccio quello che voglio’. ‘E no – le ho risposto – tu qui sei pagata per insegnare'”. “Insomma – conclude amareggiata la preside – io ho segnalato la situazione a tutta la scala gerarchica. Per il bene degli studenti ho deciso di non fare denunce, e di sopportare, ho le spalle larghe. Purché venga data la mia versione dei fatti, altrimenti querelo”.

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