Brexit, il viceministro dell’Interno: “Italiani ed europei nel Regno Unito, fatevi avanti e regolarizzatevi”

Pubblicità
Pubblicità

LONDRA. Addirittura cinque milioni di richieste – e non tre come si stimava mesi fa – per il cosiddetto “Settlement Scheme”, da parte dei cittadini italiani ed europei residenti in Regno Unito, per regolarizzarsi e restare oltremanica anche dopo la Brexit. L’importanza di “emergere” dall’invisibilità anche per il programma di vaccinazioni anti Coronavirus: “Il Ministero dell’Interno non utilizzerà questi dati per applicare le leggi sull’immigrazione”. Perché il Regno Unito non rilascia documenti cartacei ai cittadini europei. I problemi alle frontiere. Come non perdere i diritti acquisiti. In quest’intervista esclusiva con “Repubblica”, parla Kevin Foster, viceministro dell’Interno britannico.

Viceministro Foster, sono ormai oltre 5 milioni di richieste di Settlement Scheme, quasi il doppio delle stime che si facevano dei cittadini europei residenti in Regno Unito. Molti stanno emergendo dalle “tenebre”, regolarizzandosi adesso dopo non averlo fatto in precedenza?
“Siamo felicissimi di accogliere e regolarizzare sempre più italiani ed europei che hanno il diritto di restare e risiedere in Regno Unito, ossia se sono già residenti prima del 31 dicembre 2020. Siamo contenti di aver raggiunto questo numero di richieste e 4,5 milioni di cittadini italiani e Ue si sono già regolarizzati grazie al Settlement Scheme, un programma che è sempre stato senza limiti e senza quote di ogni sorta. Quindi invito tutti coloro che ne hanno diritto a fare domanda per il Settlement Scheme: è gratis e c’è tempo fino al 30 giugno 2021.

Brexit, la guida per prepararsi al meglio: turismo, lavoro, immigrazione, tasse, sanità e passaporti

L’emersione di questi cittadini italiani ed europei sinora “invisibili” è anche molto utile per il governo per il programma di vaccinazione anti Covid, perché in Regno Unito la chiamata arriva dal medico di base, cui però bisogna registrarsi prima. 
“Certo. Invito tutti i cittadini stranieri con un’età superiore a 70 anni o con gravi patologie a registrarsi dal proprio medico di base quale che sia il loro status migratorio e farsi vaccinare. Questo perché, e lo dico chiaramente, il Ministero dell’Interno non utilizzerà i dati personali dei cittadini relativi all’emergenza Covid e vaccinazioni per lanciare controlli sull’immigrazione. Ad ogni modo, secondo l’accordo di divorzio tra Uk e Ue, i cittadini europei già residenti hanno tempo fino al 30 giugno 2021 per regolarizzarsi”.

Brexit, alle 23 il Big Ben ha suonato per l’addio del Regno Unito all’Europa

In questi giorni però ci sono stati casi di cittadini Ue, residenti nel Regno Unito, fermati alla frontiera britannica. Gli è stato chiesto di provare il loro status, cosa che in teoria è vietata appunto fino a luglio 2021. State risolvendo questi problemi?
“Purtroppo, a causa dell’emergenza pandemica, ci sono restrizioni sui viaggi internazionali e qui nel Regno Unito, come in Italia, alla frontiera bisogna controllare i viaggiatori, perché per esempio al momento i viaggi per turismo sono vietati per legge. Quindi gli agenti possono fare delle domande. Ma se si è residenti nel Regno Unito, le frontiere sono sempre aperte e lo abbiamo ripetuto anche alle compagnie aeree. Se si è già residenti, non c’è richiesta esplicita di avere e mostrare già il Settlement Scheme per entrare sul suolo britannico (c’è tempo fino a giugno), ma certo può aiutare. Perciò invito tutti coloro che ne hanno diritto, anche se sono all’estero in questo momento, a fare richiesta per il Settlement Scheme e regolarizzarsi adesso, anche perché non c’è bisogno di essere fisicamente nel Regno Unito per farlo. E ci vogliono solo 15 minuti con la app”. 

Ma il governo britannico si è sempre rifiutato di rilasciare una documentazione scritta per i cittadini europei che hanno il Settlement Scheme. Perché non farlo adesso? Potrebbe essere molto utile con simili controlli alla frontiera causa Covid, non trova?

“Il problema è che una simile documentazione potrebbe essere facilmente contraffatta. Per questo abbiamo deciso di non rilasciare documenti fisici e puntare invece sin da subito esclusivamente sul digitale. Anzi, tutto il nostro database sull’immigrazione sarà presto solo elettronico, come per esempio fa l’Australia dal 2014. Lo stesso sarà anche per i cittadini di Hong Kong che (in risposta alla famigerata Legge sulla Sicurezza nazionale imposta da Pechino, ndr) parteciperanno al nostro programma di visti britannic”.

Viceministro, un altro problema legato al Covid sono i cittadini italiani ed europei residenti nel Regno Unito, ma tornati nei loro Paesi di origine per varie ragioni durante la pandemia. Se rimangono a lungo fuori dal territorio britannico, rischiano di perdere i diritti acquisiti?
“I cittadini europei che hanno ottenuto il Settled Status (ossia la residenza permanente, ndr), possono restare all’estero per cinque anni continuativi mentre normalmente nelle leggi migratorie britanniche si considerano solo due anni, quindi non mi sembra un problema in questo senso. In ogni caso, il governo e il ministero dell’Interno britannici valuteranno singolarmente i casi limite provocati dal Covid e le persone coinvolte non saranno penalizzate per circostanze provocate non dalla loro volontà”.

Ma i cittadini europei che hanno invece ottenuto il Pre-Settled scheme, ossia la residenza provvisoria per cinque anni, possono restare all’estero solo un anno, altrimenti perdono il loro permesso di soggiorno.
“Ci sarà comunque una certa discrezione da parte delle autorità per valutare i singoli casi, soprattutto quelli causati dalla pandemia in corso, ma sinora non ci risultano molte situazioni del genere. In ogni caso, queste persone possono contattare direttamente il Ministero dell’Interno per ogni necessità”. 

Alcune associazioni di cittadini europei in Uk chiedono che la scadenza del 30 giugno 2021 per iscriversi al Settlement Scheme sia rinviata, a causa dell’emergenza Covid. Lei cosa risponde?
“No. Abbiamo già avuto 5 milioni di richieste di iscrizioni, dicembre è stato il mese più intenso da questo punto di vista e quindi si va avanti spediti fino al 30 giugno, senza rinvii. In quel momento, se qualcuno non ha potuto iscriversi al Settlement Scheme per ragioni gravi, per esempio di salute, valuteremo comunque caso per caso”.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *