Bugani (M5S): “Chi invoca Conte alla guida del Movimento ha contribuito alla sua fine”

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Massimo Bugani, nel M5s sembra iniziata la notte dei lunghi coltelli. Espulsioni, addii, tradimenti. Lei è attivista dal 2005: che succede?
“Ammetto senza vergogna d’essere molto addolorato perché sono stati colpiti degli amici che hanno dato l’anima per il M5S. Se qualcuno ha pilotato l’operazione “governo di tutti” con forzature incredibili, come quel quesito ridicolo su Rousseau,  deve avere rispetto per chi al pensiero di governare con Berlusconi e Salvini si sente male”.

Il primo a dire no a governare con loro è stato Alessandro Di Battista, che non risulta più iscritto al M5S. Farà un nuovo partito?
“Io e Alessandro siamo molto amici. E’ un ragazzo con un grande cuore e una vera passione politica. In questo momento purtroppo chi ha queste caratteristiche in politica viene penalizzato, perchè siamo nell’era delle giravolte, dei tradimenti, delle parole che perdono significato. Spero che presto possano tornare al centro della scena le persone che ci credono veramente, in tutti i partiti”.

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Anche lei ha parlato di un M5S che non sa più volare, dopo il sì a Draghi. Se ne andrà anche lei?
“Sono parte di questo progetto da settembre del 2005, per me questo momento è forse più difficile che per altri. Da più di un anno aspettiamo una nuova guida e una nuova struttura. A breve capiremo se ci sarà una svolta per iniziare a risalire o se si continuerà a scavare. Deciderò in base a questo”.

Nel frattempo rischiate la scissione. In Parlamento e fuori. E’ così?
“Il vero rischio che vedo è quello dell’evaporazione. Già oggi nel cuore di molti italiani non esistiamo più. Se in due anni passi dal 33% al 13%, la tua preoccupazione non dovrebbe essere la scissione ma cercare di frenare l’emorragia”.

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C’è chi sostiene che solo Giuseppe Conte può salvarvi. Lei lo vorrebbe come presidente?
“Vedo che molti di quelli che oggi chiedono a gran voce un ruolo apicale per Giuseppe sono gli stessi che nei giorni scorsi hanno contribuito alla sua caduta per pavidità. Conte oltre a essere una persona per bene, è anche molto intelligente e non ha bisogno dei miei consigli. Se decidesse di fare una scelta del genere, ne conoscerebbe la complessità”.

Si sta discutendo addirittura di modificare il vostro statuto per dargli la leadership. Non la convince?
“Io ho grande stima di Conte, che è stato un ottimo mediatore nel ruolo di premier. Essere leader di una singola forza politica è un’altra cosa e deciderà lui se ha voglia di cimentarsi in questo. Detto questo, penso che la sua figura sarebbe rispettata anche senza ulteriori modifiche statutarie”.

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Eppure senza di lui il M5S fatica a darsi una guida. Anche il nuovo direttorio parte a fatica, con l’esclusione di chi è stato sanzionato per il No a Draghi.
“Per me non andava sanzionato nessuno, soprattutto per questo motivo. Se il ristoratore ti chiede se vuoi un vino pregiato, tu rispondi “sì”, e poi ti portano una cedrata, a mio avviso hai tutto il diritto di rifiutarla”.

Agli esordi del M5S in Emilia-Romagna anche lei fu accusato di espellere i dissidenti. Che differenza c’è con le sanzioni di oggi?
“Non so da dove nascesse questa fantasia, ma io non ho mai espulso nessuno e non ho mai contribuito a espellere nessuno. C’erano delle regole chiare e chi non le rispettava veniva espulso. Oggi invece si è derogato su tutto e chi è rimasto fedele ai principi del M5S viene buttato fuori. Mi sembra che la differenza sia sotto gli occhi di tutti”.

L’intervista

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Oltre che capogruppo del M5S a Bologna, lei è anche capo staff della sindaca Virginia Raggi a Roma. Beppe Grillo ha detto che sostiene il bis di Raggi, ma non ha accolto la richiesta di un voto su Rousseau sulla sua candidatura. Vi basta?
“Quello che conta davvero è la certificazione, un documento in cui si dice che Virginia è ufficialmente candidata sindaca. Spero che arrivi presto, anche successivamente a un voto degli iscritti, perché lei se lo stramerita”.

Se il M5S sta con Raggi però rischia di saltare l’accordo col Pd a Roma. Almeno al primo turno. È già la fine dei giallorossi?
“Non capisco davvero l’accanimento di parte del Pd romano nei confronti di una donna retta e pura, che ha sistemato i conti, asfaltato chilometri di strade, scalato classifiche sulla innovazione, comprato centinaia di autobus, arginato affari sporchi che la costringono a muoversi su un’auto blindata. Virginia è una risorsa per la Capitale e chi pensa scavalcarla facilmente si sbaglia di grosso”.

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