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Caccia agli oligarchi: congelate le azioni di Mordashov, Fridman e Aven. Ma in Costa Smeralda è allarme occupazione

La caccia agli oligarchi russi entra nel vivo e si presenta come un’operazione di livello internazionale. Dopo le dichiarazioni del presidente Usa Biden nel suo primo discorso sullo Stato della Nazione, l’amministrazione ha creato una task-force composta da dieci procuratori per perseguire gli oligarchi russi “corrotti”, ha annunciato il dipartimento della giustizia Usa per bocca del procuratore generale Merrick Garland,  e chi viola le sanzioni imposte sulla Russia per l’invasione in Ucraina”. “Il Dipartimento di Giustizia userà tutta l’autorità in suo potere per confiscare i beni di individui e enti che violano queste misure – ha spiegato Garland in un comunicato annunciando la nascita della task force ‘KleptoCapture’. Non lasceremo nulla di intentato nei nostri sforzi per indagare, arrestare e perseguire quegli atti criminali che permettono al governo russo di continuare questa guerra ingiusta”.

Ma anche sul fronte europeo affiorano i primi segnali della discesa in campo delle istituzioni finanziarie per cercare di ricostruire le ragnatele societarie degli oligarchi e delle loro società. “Ricostruire le catene di controparti riconducibili a soggetti russi”. Questo, secondo fonti di mercato raccolte dall’agenzia Radiocor, l’obiettivo della richiesta di informazioni alle banche italiane che e’ arrivata, a inizio di settimana, dalle Autorità di vigilanza attraverso i team di vigilanza per le grandi banche “significant” vigilate dalla Bce e dalla Banca d’Italia per le banche “less significant”.

https://www.repubblica.it/economia/2022/03/01/news/caccia_grossa_agli_oligarchi_di_putin-339787211/

Le prime conseguenze non si sono fatte attendere. In Gran Bretagna Roman Abramovich, patron del Chelsea, sta cercando di vendere la squadra e lo stadio prima di essere travolto dalle sanzioni, mentre Mikhail Fridman e Petr Aven, secondo il Financial Times, hanno annunciato un passo indietro da LetterOne, fondo di private equity con sede a Londra, dopo le sanzioni imposte loro dall’Unione europea. LetterOne e’ stata creata circa un decennio fa dai due imprenditori russi con i 14 miliardi di dollari derivanti dalla vendita delle loro quote detenute in TNK-BP a Rosneft e da allora investe in tutta Europa nei settori energia, retail e telecomunicazioni. Lord Mervyn Davies, un ex ministro laburista, prenderà il controllo del gruppo, mentre Fridman e Aven – che hanno complessivamente poco meno del 50% del capitale (cosa che ha evitato sanzioni dirette anche alla societa’) – lasceranno il cda. Le loro quote saranno “congelate” e non avranno diritto a dividendi o diritti di voto.

Lo stesso sta capitando a un altro oligarca russo di spicco, Alexey Mordashov, tra i destinatari delle sanzioni dell’Unione Europea, che si è dimesso dal consiglio di sorveglianza del tour operator tedesco Tui, tra i più grandi gruppi turistici mondiali, e le sue quote, pari al 34% del capitale e con un valore di mercato di poco inferiore agli 1,2 miliardi di euro, sono state sottratte alla sua disponibilità. Lo scopo delle sanzioni, riferiscono dalla società tedesca, è “impedire” a Mordashov di vendere i titoli e “realizzare qualsiasi incasso o profitto dal suo investimento”.

Mordashov, presidente e principale azionista del gruppo siderurgico e minerario russo Severstal, è accreditato dall’indice dei miliardari di Bloomberg di una ricchezza di 25,8 miliardi di dollari, che ne fa la quarta persona più ricca della Russia. E’ anche comproprietario di Rossiya Bank, una delle sette banche russe escluse dal sistema Swift. L’oligarca è azionista di Tui da circa 15 anni. Le sanzioni, specifica Tui, riguardano la persona di Mordashov e non la società, verso cui “non hanno alcun impatto”.

La caccia agli oligarchi, tuttavia, non mancherà di creare ripercussioni sul mercato del lavoro, in quando i capitali russi per anni sono stati investiti in attività nei mercati occidentali e i consumatori russi hanno spesso rappresentato grossi fatturati per i marchi del lusso e della moda. Il primo grido d’allarme arriva dalla Costa Smeralda dove gli oligarchi erano di casa soprattutto d’estate, con i loro mega yacht e i loro enormi aerei privati. E dove le loro ville davano da lavorare a molti manutentori, giardinieri, addetti alla sicurezza, amministratori che ora rischiano di rimanere senza impiego.

“Nelle ultime ore abbiamo ricevuto decine di segnalazioni da parte di lavoratori ai quali è stato comunicato che non c’è più bisogno di loro, che da lunedì non dovranno più recarsi al lavoro”, spiega Mirko Idili, segretario territoriale della Cisl Gallura.  “Prima l’sms di un operaio, poi chiamate, racconti, altri casi venuti fuori da persone che lavorano nelle stesse ville o negli stessi cantieri e che ora sono in grande allarme. È l’onda lunga della guerra che arriva anche qui, in Costa Smeralda”. 

In Gallura, secondo l’Osservatorio Sardegna turismo, trascorrono le vacanze oltre 40 mila russi, per un totale di 220 mila presenze. “Il 2020 in Gallura è stato l’anno nero per l’occupazione, meno 60% di assunzioni rispetto all’anno precedente, dovute alla pandemia. Il rischio che anche per il 2022 si possa prefigurare una stagione con una grave flessione di occupati è fortemente concreto. “Siamo in un territorio in cui ci sono in continuazione cantieri edili per le riqualificazioni di ville faraoniche. Ora sono almeno quattro le grandi proprietà in ristrutturazione. Oltre agli operai ci sono i lavoratori assunti tutto l’anno: giardinieri, manutentori, addetti alla vigilanza. E da marzo vengono chiamati a lavorare anche gli stagionali: governanti, cuochi, camerieri. Parliamo di centinaia di lavoratori locali per ogni oligarca russo, come Usmanov che tra villa e yatch si dice abbia circa 150 dipendenti al seguito – osserva Idili -. Abbiamo chiesto un incontro con il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, e con tutte le istituzioni competenti che si terrà venerdì per mettere in atto le conseguenti azioni di tutela nell’interesse di questi padri e madri di famiglia”.



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