Cadavere sull’Etna, la figlia di De Mauro chiede verifica: scatta l’esame del Dna

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La procura di Catania disporrà un esame comparativo del Dna sui resti umani trovati in una grotta dell’Etna per verificare se siano quelli di Mauro De Mauro, il giornalista de L’Ora scomparso, sotto casa a Palermo, 16 settembre 1970. Il provvedimento è stato disposto dopo che Franca De Mauro, una delle figlie del giornalista, ha contattato ieri la guardia di finanza di Catania che indaga per risalire all’identità dei resti dell’uomo trovato in una grotta alle pendici dell’Etna.

“Le lancette alle 10,55 e un giornale del 1978”. Il mistero dell’uomo ritrovato in una grotta dell’Etna

La donna, leggendo sui media che i resti scoperti risalirebbero a un periodo compatibile con la scomparsa del padre e che il cadavere presenterebbe malformazioni a naso e bocca, ha voluto segnalare il suo caso agli inquirenti per dare loro un input investigativo. Franca De Mauro però non ha riconosciuto alcun oggetto trovato accanto al corpo, vestito in giacca e cravatta. Inoltre, nelle tasche dell’abito c’era un pettine e la donna ha escluso che il padre lo portasse con sé.

La scomparsa del giornalista è un giallo mai risolto: tra le piste seguite negli anni dagli inquirenti c’è stata anche quella mafiosa. Il boss Totò Riina è stato processato e assolto dall’accusa di omicidio. Gli investigatori hanno a lungo scandagliato l’ipotesi che De Mauro, che collaborava alla realizzazione del film di Francesco Rosi sulla morte di Enrico Mattei, ne avesse scoperto movente e autori e che per questo fosse stato ucciso da Cosa nostra, esecutrice materiale di un delitto voluto da altri.

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