Camere penali, rieletto Caiazza, Albamonte verso la riconferma al vertice della corrente di Area

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ROMAGiandomenico Caiazza, battagliero presidente delle Camere penali, 65 anni, riconfermato presidente per altri due anni. Eugenio Albamonte, pm a Roma e altrettanto battagliero presidente di Area, la corrente di sinistra delle toghe, verso la riconferma dopo la tre giorni del congresso a Cagliari. E, sullo sfondo, il prossimo autunno caldo della giustizia con il primo scontro – a partire dal 5 ottobre nella commissione Affari costituzionali della Camera – su una questione da sempre divisiva e per giunta in parte oggetto dei referendum radical-leghisti, la separazione delle carriere dei giudici.

Che arriva in Parlamento proprio per via di una legge di iniziativa popolare su cui si sono mobilitate le Camere penali di Caiazza che hanno raccolto un milione di firme. E su cui proprio Caiazza ha espresso chiaramente la sua opinione, sì alla nuova legge piuttosto che il referendum, motivandolo così: “La legge di iniziativa popolare ovviamente non ha l’efficacia immediatamente legislativa del quesito referendario eventualmente votato dalla maggioranza qualificata degli elettori, ma consente di proporre all’attenzione della pubblica opinione un’ipotesi di riforma dettagliatamente strutturata in un testo articolato e compiuto, e impegna il legislatore ad attivarne il percorso parlamentare”. 

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Adesso alla Camera sulla separazione delle carriere, che ha già subito un iter tormentato – in commissione, in aula, poi di nuovo in commissione – cambia il relatore, al posto dell’attuale sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, ci sarà il radicale Riccardo Magi, da sempre convinto sostenitore della separazione con una legge che però comporterebbe una modifica costituzionale. E il nuovo termine per gli emendamenti, fissato appunto al 5 ottobre, riaprirà anche le divisioni dentro la maggioranza. Che dovrà fare i conti anche con la commissione d’inchiesta sulla magistratura, ma soprattutto con la nuova legge di riforma del Csm, che figura già nel calendario della Camera in aula per la fine di ottobre. Un termine che, per la complessità degli emendamenti che saranno presentati dalla ministra Marta Cartabia, risulta di certo un po’ “stretto”.

D’altra parte proprio il tema delle prossime elezioni del Csm è stato protagonista del congresso di Area di Cagliari dove il segretario Albamonte ha sollecitato, come inderogabile, l’approvazione al più presto della nuova legge con cui eleggere i togati di palazzo dei Marescialli. Esigenza che lo stesso Albamonte aveva anticipato a Repubblica

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Albamonte ha ribadito che “è necessario pretendere che il legislatore metta mano al sistema elettorale del Csm prima del suo rinnovo, che comincia ad essere imminente perché è in gioco la sorte stessa del governo autonomo della magistratura che, se rinnovato con le stesse dinamiche patologiche del passato, rischia di essere definitivamente travolto dalla sfiducia dei magistrati prima ancora che dell’opinione pubblica e delle altre istituzioni”. 

Quanto alle carriere dei giudici Area è netta e mette su carta, nel suo documento finale, “la netta contrarietà alla proposta di riforma costituzionale della separazione delle carriere e ai quesiti referendari sulla giustizia che costituiscono un tentativo surrettizio di modificare l’assetto dei poteri ordinamentali tracciato dalla costituzione”. Duro il giudizio sul “carrierismo dilagante”, ma anche sul caso Palamara. Area parla di “una profonda crisi etica che sta coinvolgendo una parte consistente della magistratura” a cui si è aggiunta “una narrazione offerta all’opinione pubblica da alcuni dei protagonisti di quelle vicende, in violazione del riserbo che la nostra etica avrebbe dovuto imporre a fronte di indagini preliminari e accertamenti disciplinari in corso”. 

Una polemica, quella sul Csm, sulle correnti, sulla deontologia di una toga, che influirà proprio sulla futura legge di riforma del Consiglio superiore, non solo sulle norme elettorali e sugli effetti che potrà avere sul correntismo, ma anche sulle regole interne del futuro Csm che deve essere rinnovato l’anno prossimo. I togati scadono a luglio, i laici a settembre.  

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