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Caro carburanti, i sindacati dei benzinai congelano lo sciopero dopo l’incontro con il governo

MILANO – Si risolve con un congelamento dello sciopero dei benzinai l’incontro tra i sindacati dei distributori di carburante e il governo.

“Apprezzato il chiarimento avuto con il Governo, che ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi, né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato. Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui”. Così in una nota congiunta Faib, Fegica, Figisc/Anisa dopo l’incontro con l’esecutivo Meloni. Si apre, spiegano, “un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell’esame del testo del decreto una volta emanato”.

Da fonti di Palazzo Chigi si apprende che partirà un confronto con il settore dei distributori della benzina, a cominciare da un tavolo tecnico previsto per martedì prossimo, 17 gennaio.

La rabbia della categoria e il passo indietro sulle accise

A provocare la rabbia dei benzinai, che hanno preso una dura posizione annunciando ieri lo sciopero per il 25 e 26 gennaio, è stata la vicenda del rincaro dei prezzi alla pompa. Un rincaro che è arrivato da inizio anno, quando sono definitivamente tramontati gli sconti sulle accise che gravano sulla benzina che erano stati introdotti dal governo Draghi. In un primo momento, diversi esponenti del governo avevano puntato il dito contro la “speculazione” del settore, soprattutto quando le associazioni dei consumatori avevano rilevato alcune anomalie sulla rete di distribuzione con casi-limite di rincari fin quasi a 2,5 euro al litro. Anche la Guardia di finanza si è mossa, così come l’Antitrust, per le sue verifiche, estese anche alla rete di brokeraggio a monte delle stazioni di rifornimento: lì ci sarebbe il grosso del problema, tra arbitraggi sugli stoccaggi e manovre del carburante per massimizzare il profitto.

Nel mentre il governo ha annunciato il decreto sulla trasparenza dei prezzi, introducendo la comunicazione giornaliera del prezzo al Ministero, la pubblicazione di quello medio nazionale da parte dei distributori affianco delle proprie quotazioni, un tetto al prezzo in autostrada e inasprendo i controlli. In un primo momento è stato escluso un nuovo sconto sulle accise. Poi, giovedì sera, prima il ministro Giorgetti in audizione al Senato e poi la premier Meloni intervistata in televisione, hanno chiarito che ci sarà un monitoraggio dei prezzi. In caso di aumenti tali da generare un extra-gettito Iva, sarebbero di nuovo presi in considerazione i tagli alle accise. Inoltre Meloni ha annunciato la proroga a tutto il 2023 del bonus 200 euro per i lavoratori dipendenti e un rinnovato bonus per il trasporto pubblico dei pendolari.

Questa retromarcia, nel mezzo delle critiche delle opposizioni e della base elettorale della maggioranza, ha portato al passaggio odierno. “È stato un incontro proficuo, c’è stato un chiarimento. Ringraziamo il governo, che ha ascoltato le esigenze della categoria. Possiamo dire che siamo nella condizione di sentirci abbastanza soddisfatti perché è stato stabilito a breve di incontrarci di nuovo per fare partire il tavolo tecnico sul settore che chiediamo da tempo. Il tavolo sarà basato su tutti i temi emergenziali di settore”, ha fatto sapere Giuseppe Sperduto, presidente della Faib Confesercenti, dopo l’incontro fra le sigle dei gestori dei distributori di carburante con la delegazione del governo a Palazzo Chigi. Al tavolo erano presenti il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quello delle Imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.



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