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Casa e italiani, sette famiglie su dieci sono proprietarie dell’appartamento in cui vivono. Ma i costi sono saliti di un terzo nel 2022

Italiani, un popolo di proprietari di casa. Ma a caro prezzo, visto che la corsa dell’inflazione non risparmia certo l’abitazione e per il solo 2022 si calcola un rincaro delle voci di costo nell’ordine di un terzo, ben sopra la media di altre uscite del bilancio familiare.

Abitazione, acqua, bollette: spese +34%

A mettere in fila i dati sul rapporto tra cittadini e mattone è una indagine di Federproprietà e Censis su “Gli italiani e la casa”, presentato questa mattina alla Camera. Partendo dalle note dolenti, ovvero proprio dai rincari, dal rapporto emerge che “la spesa media mensile delle famiglie per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili è decollata, a causa dell’aumento dei costi di energia e materie prime. Nel 2022, a fronte di un aumento delle spese causato dall’inflazione, per esempio, dei trasporti del +9,7%, la voce di spesa legata all’abitare è aumentata del +34,4%. Se si considera solo l’aggregato beni energetici, l’inflazione raggiunge il +50,3%”. “Le spese associate all’abitazione – segnala sempre il rapporto sulla base di una indagine condotta dai suoi curatori – sono un elemento che incide molto sul bilancio economico delle famiglie e dei proprietari di casa: il 76,5% dichiara che tali spese pesano molto o abbastanza sul budget familiare o personale, mentre il 71,7% degli italiani è convinto che le tasse che ruotano intorno alla proprietà della casa siano troppo alte”.

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Sette famiglie su dieci proprietarie, si sale tra i più ricchi

Resta che il legame tra casa e cittadini è da noi molto forte. Il rapporto dice che il 70,8% delle famiglie italiane e proprietario della casa in cui vive (e il 28,0% di queste è proprietario di altri immobili), mentre l’8,7% gode della casa in usufrutto o a titolo gratuito e un restante 20,5% vive in affitto. Secondo gli osservatori, siamo uno dei Paesi con il piu alto numero di proprietari di abitazioni. Un fattore “inscritto nel dna degli italiani”. Il tasso di proprietà cresce con la ricchezza delle famiglie, ma è alto anche nel quinto dei nuclei più poveri: il 55,1% e proprietario dell’abitazione in cui vive e la percentuale aumenta via via fino all’83,9% tra le persone piu abbienti. Sempre il reddito comanda anche nella disponibilità di dotazioni delle case per gli italiani: se soltanto il 53% delle famiglie con reddito entro i 15mila euro dichiara di avere un “secondo bagno”, si sale all’83% quasi per chi guadagna oltre 50mila euro.

La percentuale di famiglie proprietarie e piu elevata tra le coppie con figli (73,9%) e tra i residenti nelle piccole citta (il 76,1% nei comuni piccolissimi, fino a 2.000 abitanti, e il 74,3% in quelli con un’ampiezza demografica tra 2.000 e 10.000 abitanti), dice il rapporto che è stato redatto con il contributo scientifico della Societa Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). C’è anche una quota di italiani, il 5,9 per cento, che vive “in condizione di deprivazione abitativa”. A questo dato negativo – evidenzia il rapporto – si aggiunge il disagio degli studenti fuori sede, che possono contare su un numero di posti letto pari ad appena l’8 per cento del totale degli studenti fuori sede italiani.

I rincari contribuiscono però a far scendere il gradimento del mattone come asset d’investimento. Più della metà degli intervistati giudica che non sia un buon affare, se inteso come strumento per preservare o far rivalutare nel medio-lungo periodo il patrimonio. Tale percezione, “trasversalmente condivisa, trova conferma nelle dinamiche reali del mercato poiché, mentre nella Ue i prezzi delle abitazioni tra il 2010 e il 2019 sono cresciuti del +19,4%, in Italia sono diminuiti del 16,6%, con una ripresa più di recente del +4,6% tra il 2019 ed il 2021 e del +5,2% nel secondo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.



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