Caso camici: chiusa inchiesta su Fontana e altri 4

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Chiuse le indagini sul caso camici che vede coinvolto il governatore Fontana. Oggi è stato notificato l’atto firmato dai pm titolari dell’inchiesta: 5 le persone indagate, tra queste anche il governatore Attilio Fontana, con l’accusa di frode in pubbliche forniture. Archiviate invece le posizioni per quanto riguarda il reato di turbativa d’asta, che vedevano iscritti nel registro degli indagati Andrea Dini di Dama spa, cognato di Fontana, e Filippo Bongiovanni ex numero uno di Aria spa, la centrale acquisti del Pirellone.

Si va quindi verso il processo e rimane in piedi l’impianto accusatorio che riguarda il governatore nella vicenda giudiziaria nata dopo i mesi caldi della pandemia in Lombardia, quando la Regione attraverso Aria spa era in cerca di dispositivi di protezione per gli ospedali. Se da una parte la procura ha riconosciuto che quell’affidamento di una partita da 75mila camici alla Dama spa (titolare del marchio Paul & Shark) non può essere considerato un appalto e conseguentemente non si configura la turbativa, dall’altra diventa ancora più salda l’accusa di frode nelle pubbliche forniture: la consegna della partita di camici trasformata in donazione è stata poi bloccata e il non aver consegnato quelle che restavano (circa 25mila camici) rappresenta un reato secondo i pm Luigi Furno, Paolo Filippini e Carlo Scalas.

Anche perché Dini avrebbe tentato di rivendere il residuo, con l’obiettivo di rientrare della perdita. Una trasformazione in donazione tutt’altro che spontanea, secondo gli investigatori, ma piuttosto arrivata per paura che l’emersione del conflitto di interessi potesse causare un contraccolpo mediatico per il governatore. Elemento che gli inquirenti evincono anche dal fatto che lo stesso Fontana provò a risarcire il cognato con un bonifico da 250mila euro ordinato dai suoi conti in Svizzera.

Rimane invece ancora aperto il filone che riguarda l’accusa di autoriciclaggio e false dichiarazioni nella “voluntary disclosure” che vede anche qui Fontana indagato e che è arrivata proprio in conseguenza di quel maldestro tentativo di aiutare economicamente il cognato dopo lo stop alla fornitura: quando l’ordine di bonifico fu segnalato come operazione sospetta, partì una serie di accertamenti da parte del nucleo valutario della Guardia di Finanza. Si attendono ancora le ultime risposte dalla Svizzera, verso cui i magistrati hanno inviato una rogatoria per conoscere con esattezza la documentazione relativa alla voluntary disclosure, ovvero a come quei conti svizzeri siano nati e come siano state create le provviste.

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